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94 racconto undecimo

anno per s. Anna, che viene il ventisei di Luglio, si veggono sventolare alle pareti esterne della chiesa d’Orsanmichele i gonfaloni delle arti accanto alla statua del santo protettore di ciascuna di esse, in memoria di quando nello stesso di di s. Anna (an. 1343) il popolo di Firenze cacciò via un malvagio uomo, Gualtieri duca d’Atene, il quale aveva avuto l’audace pensiero d’insignorirsi dello stato1. E per conoscere maggiormente la magnificenza degli operai fiorentini, basta guardare il palazzo vecchio, che fu quello della signoria, la cupola di Brunellesco, il campanile di Giotto, le statue di bronzo e di marmo nelle nicchie d’Orsanmichele, ed altri mirabili monumenti, molti dei quali non sono ancora finiti.

Francesco dunque da figliuolo obbediente attese volentieri nella prima fanciullezza a imparare il mestiero del padre, e se ne tenne molto onorato vedendo il profitto e la riputazione che poteva ritrarne. Era assiduo a bottega, e molto si dilettava di studiare il congegno delle telaia e del tessere, e specialmente i disegni d’ornato fatti per abbellire in mille guise il fondo delle pezze. E appunto nel contemplare questi disegni cominciò a invogliarsi di

  1. I Fiorentini chiamarono s. Anna fautrice della libertà di Firenze, ed emanarono nel 1349 un decreto pel quale ordinavasi che si spendessero 3000 fiorini d’oro per fondare in Orsanmichele una cappella in onor di s. Anna, dove ogni anno si facessero solenni ufficj ed offerte dal Comune e da tutte le arti e magistrati della città, e fosse fatto correre un palio.