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che una nazione è una lingua1, e questa lingua la avremo in un futuro non molto remoto per opera del popolo il quale troncando senz’altro la vecchia ed insoluta questione di primazia tra i dialetti molteplici, colle grazie di ognuno innestate al bellissimo della toscana che per ricchezza di voci soddisfa indubbiamente tutti i bisogni della età nostra darà vita ad una lingua comune parlata, come i letterati, pure adottando il dolce eloquio dell’Arno, colla scelta delle voci e dei modi, col giro del periodo, coll’andamento e col colore della dicitura diedero vita ad una lingua scritta comune «che si distingue dalla specialità toscana come il generate dal particolare, e concorre con essa a formare il perfetto scrivere.2. Sarà termine allora all’accapigliarsi ostinato per sostenere o la universalità dalla nazionale favella che in ciascuna città, appare, in niuna riposa3, od il bisogno di una lingua nobile, aulica, cardinale, cortigiana, e spariranno i due famosi partiti illustràti, uno, detto italiano, dal grande padre Alighieri, dal Trissino, dal Calmeta, dal Castiglione, dal Muzio, dal Monti, e dal Perticari: l’altro, che fiorentino si appella, dal Buommattei, dal Tolommei, dal Bembo, dal Dolce, dal Varchi, dal Lenzoni e dal Salviati, per tacer dei recenti. In onta al garrire sdegnoso dei grammatici e dei retori il popolo salverà dall’oblio i vezzi più cari dei suoi varii idiomi facendoli entrare nella lingua parlata comune, riescirà senza fallo in quanto fu con dubbio successo finora azzardato da parecchi scrittori fra i quali Alessandro Manzoni che tentò legittimare alcuni idiotismi del lombardo dialetto. Sarà finalmente allora soluto il problema quale sia l’ottimo stile italiano, e d’onde risulti essenzialmente la bellezza della nostra lingua; problema che Vincenzo Gioberti enunciava così: «Trovare una forma di scrivere, che, senza scostarsi dall’aureo secolo, risponda ai bisogni del nostro, e sia atta ad esprimere il pensare ed il
- ↑ Dell’unificazione della lingua in Italia. = Trattato di Pietro Vincenzo Pasquini = Milano, Tipografia di Pietro Agnelli, 1863. = Introduzione.
- ↑ Del Buono, del Bello, per Vincenzo Gioberti = Firenze, Felice Le-Monnier, 1853 = Capo X, del Bello, pag. 591.
- ↑ Della Lingua Volgare di Dante Allighieri, libri due tradotti da Giangiorgio Trissino e ridotti a corretta lezione ecc. per cura del Dott. Alessandro Torri di Verona = Livorno 1850 = lib. I. cap. XVI, pagina 53.