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fetto, poichè erano entrambe temprate ad una incudine di così poderoso ardimento e di così ferrea costanza da non poterne supporre una maggiore, e sbigottirne pur anco la fantasia. Li uni per abbattere ogni odiato privilegio cominciarono dall’infimo aristocratico e salirono fino a Dio livellandoli tutti con inesorata baldanza: li altri, per applicare in quanto potevano il pensiero dei primi, con altrettanta baldanza atterrarono tutto che contrastava loro il cammino, mitragliando i fanatizzàti villani della Vandea colla indifferenza medesima con cui fecero rotolare nel paniere del boja la testa coronata del rampollo di Ugo Capeto. Così che senza volerne punto scusare i trasmodamenti eccessivi dobbiamo riconoscerli per molto a noi superiori, dobbiamo confessar con rispetto la gigantesca anima loro, quale averla dovevano per condurre l’opera colossale di cui furono autori, e quale non manca mai la natura di elargirla alle generazioni cui commette lo inizio del rinnovamento dei popoli.

Dato una volta lo impulso ed apparecchiata la strada che si doveva percorrere l’opera divenne infinitamente più facile. I legionarii del pensiero procedettero di conserva con quelli dell’azione, le battalie loro furono alternate, i successi e le cadute comuni. Questo è lo spettacolo che presenta il secolo nostro, il quale raccolie in massima parte il frutto delle fatiche durate dai demolitori del XVIII, con troppa leggerezza troppo severamente giudicàti finora dopo averli miràti soltanto alla luce adulterata di una lente che avversarii loro poco leali si studiano porci fin dalla prima puerizia sulli occhi1.

Il mondo si rinnova ed il soffio della civiltà spazza via come arena ogni vestigio del passato; ma se giova che tale trasformazione cómpiasi per assoluto e presto, giova pur anco serbare di quel passato, qualch’egli fosse, una memoria gelosa che valga di ammaestramento per i tempi futuri, e possa farci esattamente conoscere la genesi del presente onde regolarne con fortunato successo le sorti.



  1. È quasi inutile avvertire che i fatti politici vengono qui accennàti per semplice incidenza e per debito di storica esattezza, poichè le nove conquiste alle quali si allude sono le economiche e le morali, essendo esclusivamente letterarii li intendimenti e lo scopo di tutto questo lavoro.