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avvertimento. | iii |
Diremo adesso qualche cosa del modo, col quale abbiamo proceduto nel riprodurre questi monumenti di antica poesia. Abbiamo sempre cercato di ricorrere alle edizioni originali, e in mancanza di queste, alle immediatamente successive, non senza qualche volta aver anche ricorso alle stampe posteriori, purchè non tanto moderne. Le edizioni sanesi, che sono pure le più facili a rinvenirsi nelle Biblioteche e anche in commercio, abbiamo generalmente lasciate da parte, essendoci alla prova convinti che esse sono di soverchio raffazzonate e arbitrariamente rammodernate. Rispettammo scrupolosamente l’antica grafia, anche in taluni minimi particolari, quando li trovavamo nelle stampe da noi esemplate: ond’è che abbiamo ritenuto le z, le c e i g semplici (per esempio nelle parole richeza, vechieza, vego e simili), ponendo invece le lettere doppie, allorquando così portava l’edizione da noi riprodotta. Ma ci è parso necessario rifare tutta quanta la punteggiatura, accomodandola all’uso moderno; e il lettore perdonerà se qualche volta, in questo minuto lavoro, o io, o il tipografo, siamo incorsi in qualche menda, del resto facilmente avvertibile e riparabile.
Divisione di atti e scene le Rappresentazioni non hanno: ma per indicare nel modo che credevamo migliore, ogni qual volta l’azione passava da luogo a luogo, e ad altro punto volgeasi l’occhio e l’attenzione del pubblico, lasciammo un piccolo spazio in bianco; e il lettore anche qui supplirà da per sè a quei luoghi ove ciò facesse difetto, specialmente in principio ed in fine di pagina.
Cosi pure per designare a quale fra i varii personaggi, rammentati nelle avvertenze in prosa intercalate alle ottave, veramente spettasse il discorso, adoperammo, e crediamo di aver rade volte fallato, il carattere maiuscoletto.