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RAPPRESENTAZIONE DI ABRAMO E ACAR. 33 Ch’ i’ ho la bocca tutta secca e sciutta. Agar risp.: Qui c'è poca acqua, e non è ili questo loco; Ma guarda se tu truovi qualche frutta. JsjiaEL risp. : Deh! madre no, vedrete io berò poco. jiisp. Agar: Or le’. Ismael bee, e Agar perchè non bea più, dice: Non più. K reggendo che l’ha beuta tutta, dice: Tu l’hai beuta tutta. Ismaei. risp.: Chi ha gran sete al ber non ha misura; Ma noi ne troverremo alla pianura. Vanno cosi un poco, e Ismael mostrando d'aver sete dice : Io son rimasto più ora assetato; D’aver beuta quell’acqua mi duole. Risp. Agar: Perchè quella acqua t’ha più riscaldato, Chè essendo slraco e caldo far lo suole. Ismael risp.: Deh riposianci un poco in qualche lato. Risp. Agar: Vien da questo arbor qua, che non c’è sole. IsmaEL come straco ponendosi a sedere risponde e dice : Io non posso ir più là per grande ardore. Agar risp.: Tu l’hai nella persona, et io nel core. Ismael risp. : Non ci sarebbe alcun modo che io Trovassi fiume o pozo in questo monte? Risponde Agar e dice: Figliuol mio, no; ma vorrei ben che Dio Mi convertissi per te in una fonte Per contentarti, o dolce figliuol mio, E rinfrescar questa tua bella fronte. Ismael venendosi meno per la sete risponde e dice: Madre, la fame è tal, come vedete, Ch’io vengo meno, e muoio per la sete. Agar veggendo Ismael svenuto e stare come morto, dice piangendo : Misera a me, costui è qui svenuto E nulla ho da potergli dar conforto. Almen fussi il mio tempo già venuto, Di morir, prima che tu fussi morto! Figliuolo, io vorrei pur porgerli aiuto; Deh! dimmi per l’amore ch’io ti porto, Se vuoi, per ber, del mio sangue io mi privi, Ch’il farò volcntier pur che tu vivi.