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RAPPRESENTAZIONE DI ABRAMO E All ab. Con la madre, tua ancilla, il caccia via, flliè Sarra il dice sol per profezia. Abraam si rizza, e tutto allegro in un bel modo clicc: Chi potre’ mai tal grazie e laude dare Al magno e buon Signor, qual si richiedo? Nessun nè io il potrebbe laudare Quanto gli è degno a quant’e’ci provede, E vego Sarra Idio farla parlare E che l’è piena d’umiltà e fede, Ubidiente in quel che si comanda ; Et ora adempierò quel che domanda. Abraam va a sedere, e chiamando Agar et Ismael dice: Agar, ascolta, io vo’ alquanto parlarti E a te, Ismael, sol di me nato; Tu sai che Dio, senza altro più narrarti, Nell’opre sue m’ha sempre amaestrato; Or perchè piace a lui che da me parti Col tuo figliuolo, a me debbe esser grato Benché amor Aliai forte mi tira; Ma poi che vuol, va’ dove lui ti spira. Agar piangendo risponde: Oimè, che vuol dir questo aspro parlare? Di'se t’abbiamo offesi, e siam contenti; Dove vuo’tu che noi andiamo a stare? Vuo’ tu che noi moiam di fame e stenti? Ismaelriap.: 0 dolce padre mio, vuo’ tu cacciare Il tuo figliuolo? omè che tu consenti Che noi ci andiam pel mondo tapinando! 0 caro padre! io mi ti raccomando. Abraam riap.: Certo, (igliuol, per tua tenera etade Molto mi duol che Dio questo vogli ora. /¡¿s/).Ismael:E però, padre, abbi di me pietado E della madre mia, giovane ancora; Nè vo’comc figliuol più libertade, Ma come schiavo tuo gir sem])re fora A guadagnar le spese, all'acqua e venti Per folti boschi, guardando e’tuo’armenti. Abraam si volta verso Agar, e dice: Tu sai quando discesi ne l'Egitto Chi qui era gran fame tra costoro; Quivi non solo Dio providde il vitto, Ma ricco tornai qui di servi e d’ oro,