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IIAPPRESENTAZIONE DI ABRAMO E AGAR. 27 Ma io m’indovinai t[ucl eh’ io sapevo Che Sarra non vorrebbe, e tu che vuoi Andarle allato sempre al cintolino Sarai fin in venti anni ancor bambino. Isac risp.: Io ho voluto più presto obedire A lei che a te, diletta madre mia, E se volessi tu il ben seguire Conosceresti il ballo esser pazzia; Ma forse presto ti vorrai peittire Del tempo perso, e 'I pentir tardi fia ; Pensa che chiunche balla 9 sta a vedello Cosi gli balla e saltagli il cervello. Ismael risp.: Guarda chi domin vuol riprender me! Io vo’ che tu da me far bene impari, Ipocrito, ghiottino e senza fè, Che faresti ogni cosa per danari ; Tu credi eh’ io non sappia chi tu se’? Ma vuole Dio che tu non sia mie pari Ch’ i’ userei or altro che parole ; Ma tuo danno sarà ; sia poi che vuole. Ismael lascia andare la cappa in terra per voler dare a Isac, e Sarra sentendo, corre a dividerli e dice: Che cosa è questa, a chi ti pare dare? Ismael, Ismael tu non lo credi! Non che tu voglia il tuo mal far lasciare, Ma altri a tue pazzie svii e richiedi. E pur se vuoi in mal continovare Lascia star qui Isac. E voltandosi Sarra a Isac dice: E tu che vedi Che non fanno per te e’modi sui, Fa’ che mai più io ti vega con lui. Sarra si parte con Isac, et Ismael rimasto solo da si dice: Se non giugneva Sarra in su quel punto Io gli davo una pèsca mal matura, E parve ben eh’ ella giugnessi a punto ; Egli è un sogno a chi non ha ventura ; 1 Ma innanzi che io sia morto e defunto Io gli farò un di una paura Che forse forse sarà da dovero, E trarrò lui e me d’ un gran pensiero. ' Altre edizioni : Egli è Wl sogno a ehi ha aver ventura.