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26 RAPPRESENTAZIONE DI ABRAMO E AGAR. Risponde Isac iiujinochiandosi: Madre mia si, ma io voglio or lassallo Perch’ io conosco che ingannalo sono, E sprezo e' fiori, e chiegovi perdono. Sarra risponde perdonandogli: Perchè tal volta è cosa umana errare Et angelica poi presto emendarsi, Però ti vo’, figliuol mio, perdonare Come è degno chi vuole umiliarsi; Nè voler più con Ismael andare, Nè mai con Cananei accompagnarsi Chè se ’1 sapessi Abram, 1’ are’ per male. Jiisp. Isac: Madre, mai più farò uno error tale. Ismael aspettando Isac. e veggendo che lui sta tanto a tornare dice da sè: E’ si sarebbe andato e poi tornato Un miglio non clic a casa, ov’io il lasciai; Ma Sarra non vorrà che sia sviato Come se fussi d’importanza assai; Ma se dà nelle rete, io 1’ ho giurato Più volte, credi, tu vi rimarrai. L’aspettar più non è il caso mio, Chè non andrebbe poi nè lui nè io. Ismael va al ballo, et in questo mezo Isac va all’ orazion e con modo pietoso dice : Bendi’ io dovessi non avere ardire Di pregar te, Signor che ’1 tutto imperi, Avendo tanto errato a consentire Ad Ismael et a’ mondani piaceri, Ma perchè non suol mai grazia disdire E perdonare all’umil volentieri, Però misericordia al peccatore Che promette mai più far tale errore. Isac levatosi dalla orazione, Ismael torna dal ballo e riscontrando Isac dice: Io potevo aspettar, s’io non volevo Che non andassi al ballo niun di noi ; Ma il più bel tempo come te perdevo Che possa aver nessuno a’ tempi suoi,