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questo mezo Isac pensa di volere ire alla orazione, e dice da sè:
Che un buon principio è d’una gran sustanza.
Ma che nulla non val senza seguire
A miglior mezo e fin, che è la importanza.
Però debbo a orare ogni giorno ire,
Chè si corona la perseveranza
Come il buon padre mio m’ha sempre detto,
E così vo’ che al Signor sia accetto.
Isac va all’altare, e posto ginochioni dice a modo di orazione:
Ascolta il nuovo priego, o magno Dio,
E benchè io sia ancor vile e piccoletto
Accettai per amor del padre mio,
Il quale so che t’è in grazia et accetto,
E come lui, per sempre prometto io
Servirà et amar te, giusto e perfetto;
Ma tua grazia bisogna a tutte l’ore,
La quale io t’adimando col buon cuore.
Isac si leva da l’orazione e con allegreza andando verso casa dice:
Or vego io donde vien la negligenza
Che s’ha oggi si grande all’orazione,
Questo è perchè non missen diligenza
D’andare a quel con fede e devozione,
E non possono avere esperïenza
Della suave e gran consolazione
Che sente chi si unisce orando in Dio,
Come per grazia ha sentito il cor mio.
Isac andato che è un poco, riscontra Ismael co’ compagni che torna da caccia cantando quella canzone: O cacciator che tanto cacciato hai, e giunto a piè del monte il Secondo Compagno dice a Ismael:
Vedesti tu, Ismael, il mio Giordano
Pigliar due lepre, et in sì poco lato?
Risponde il Terzo Compagno:
E la mia cagna là giù per quel piano