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16 | rappresentazione di abramo e agar. |
Perchè gli arà la plenaria unzione
Dello spirito santo in lui informato,
E volendo imitar sua perfezione,
Come discepol bene amaestrato,
E esser, benchè il nome non ha ancora,
Ma nell’opre cristian, che fien allora,
Dobbiam di santa vita dargli esemplo,
Che spesso al ben fa l’alma più veloce,
Nè possa dir: Padre, imparo e contemplo
Da voi el mal, chè questo è quel che nuoce.
Chiamalo, andiam, si come al sacro tempio,
A ringraziar col core e con la voce
Iddio all’altar nostro edificato,
Ch’e’ vuol, siccome è giusto, esser laudato.
Abraam va verso l’altare, e Sarra rimane e chiama Isac e dice:
Vien qua, Isac, o dolce figliuol mio.
Risp. Isac inginochiandosi:
Che comandate?
Sarra levandolo d’inginochioni dice:
Or così reverente
Sie sempre a tutti, umil, devoto e pio
Chè molto piace a Dio l’ubidiente,
E vo’ che sappi che l’eterno Dio
Ti dette a noi miracolosamente.
Io vo’ che per tuo bene e tua salute
Tu fuga e’ vizii, e segua le virtute.
Isac risp.: Maggior diletto mai ho conosciuto
Che è quanto amar Dio e nel far bene;
Ma perchè i’ son fanciul bisogna aiuto
Da Dio impetrar, dal quale ogni ben viene.
Sarra dice:A punto il mio voler t’è or venuto,
Chè ’l padre tuo, che tanto car ti tiene,
Mi t’ha fatto chiamar che all’orazione
Insieme andiamo.
Isac risp.: Or su, con divozione.
Vanno all’orazione dove è Abraam, e inginochiati tutti, Abraam dice solo:
A render grazie a te, buon Signor, vengo
Del mio figliuolo e sì mirabil dono;
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