Segue Abraam: Dove per tua beltà fu’ per morire;
Ma per non tentar Dio e per men male,
Sorella mia, cioè parente, dire
Ti fe’, si come è il vero e naturale;
Perchè il tuo padre Aram, senza mentire,
Come tu sai, è mio fratel carnale.
Fustimi tolta, e sopra a ogni cosa
Ti volle Faraon tor per isposa.
Allor d’aver figlino’ per tal cagione
Avemo quasi ogni speme perduta,
E Dio percosse e’ servi e Faraone,
E fusti immaculata a me renduta
Con grande onor e don di condizione,
E per mia sposa fusti conosciuta;
Ricchi tornammo qui d’argento e d’oro,
Servi, vari animali e gran tesoro.
Ma tutto passa questa grazia santa
Che prometter da Dio più volte udisti:
Che essendo vecchi, e tu sterile tanta
Miracolosamente concepisti
Di me cento anni e tu ben di novanta,
Isac, il quale al tempo parturisti;
Il che pensando certo non posso io
Tenero il pianto e ringraziare Dio.
Sarra risp.:Et io piangendo udito ho parlar te
Come chi per letizia piange e ascolta,
Sendo il ver tutto e provatolo in me
Et in particular più d’una volta
Con Faraone e Abimelech Re
Di Gerais, da’ quali io ti fu’ tolta;
Dove da l’angel mio fu’si guardata,
Che a te ritornai monda e immaculata.
Essendo poi visitata da Dio,
Miracolosamente ebbi concetto.
Così portando il tuo e figliuol mio
Sentivo tanto gaudio nel mio petto,
Che ’l peso era leggier, soave e pio;
Nel parto poi, tal letizia e diletto
Che superava il duol che suol sentire
Ciascuna donna nel suo partorire.
E, così vecchia, ogni pena a lattarlo
Non mi parea fatica a sopportare.