Da Dio se’custodito. 250E’ sonmi ora pentito;
Vo’ che indietro torniamo
E vo’ che noi andiamo
A’ fiesolani poggi,
Ch’io mi ricordo ch’oggi 255Una festa non vista
Mai più, el Vangelista1
Vi fa e rappresenta. E voltandosi ad Antonio segue:
E, se ben mi ramenta,
La fia tutta per te. 260Antoniorisp.:Dite pur sempre a me,
Per farmi più vergogna. Risp.il Padre:Perchè più ti bisogna
Che a quest’altro qui. Risp.Benedetto:Deh! padre mio deh! sì, 265Andiamo là a vedere;
Fatemi tal piacere. ElPadrerisponde, fingendo d’andare:
Or su, moviamo il piede. Et andando così un poco, dipoi dice:
E se il guardian ti vede? Risp.Benedetto:Arò in sul palco un lato. 270ElPadre:dice:Oh, i’ t’arei accattato,
E sai se volentieri
S’io mel pensavo ieri,
Una veste gentile
Per non parer si vile. 275Risp.Benedetto:Io starò bene in terra. Vanno così un poco; di poi il Padre dice:
E se il luogo si serra
Come potremo entrare? Risp.Benedetto:Io farò ben chiamare
Un che mi verrà aprire. 280Sollecitiam pur d’ire
Perchè tardi non siamo.
↑La compagnia detta di San Giovanni Evangelista alla quale appartennero anche i figli di Lorenzo il Magnifico, che da usa fece rappresentare il suo Giovanni e Paolo. Vedi Cionacci, Osservazioni innanzi le Rime sacre di Lorenzo, pag. XVII.