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rappresentazione di abramo e agar. 9
E nel parlar, negli atti

Da Dio se’custodito.
250E’ sonmi ora pentito;
Vo’ che indietro torniamo
E vo’ che noi andiamo
A’ fiesolani poggi,
Ch’io mi ricordo ch’oggi
255Una festa non vista
Mai più, el Vangelista1
Vi fa e rappresenta.
E voltandosi ad Antonio segue:
E, se ben mi ramenta,
La fia tutta per te.
260Antonio risp.:Dite pur sempre a me,
Per farmi più vergogna.
Risp. il Padre:Perchè più ti bisogna
Che a quest’altro qui.
Risp. Benedetto:Deh! padre mio deh! sì,
265Andiamo là a vedere;
Fatemi tal piacere.
El Padre risponde, fingendo d’andare:
Or su, moviamo il piede.
Et andando così un poco, dipoi dice:
E se il guardian ti vede?
Risp. Benedetto:Arò in sul palco un lato.
270El Padre: dice:Oh, i’ t’arei accattato,
E sai se volentieri
S’io mel pensavo ieri,
Una veste gentile
Per non parer si vile.
275Risp. Benedetto:Io starò bene in terra.
Vanno così un poco; di poi il Padre dice:
E se il luogo si serra
Come potremo entrare?
Risp. Benedetto:Io farò ben chiamare
Un che mi verrà aprire.
280Sollecitiam pur d’ire

Perchè tardi non siamo.
  1. La compagnia detta di San Giovanni Evangelista alla quale appartennero anche i figli di Lorenzo il Magnifico, che da usa fece rappresentare il suo Giovanni e Paolo. Vedi Cionacci, Osservazioni innanzi le Rime sacre di Lorenzo, pag. XVII.