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rappresentazione di abramo e agar. 5
Risp. Antonio:L’uomo è pure stimato1

90Dovunque va o sta.
Risp. il Padre:A’ panni, e non chi gli ha,2
Fanno que’ tali onore.
Et oggi è questo errore
Nel mondo più che mai;
95Chi ha danari assai
E vadi ben vestito,
Costui è riverito
E chiamato uom da bene;
E pel contrario, se viene
100Fra que’ ch’ io ti ragiono,
Un virtudioso e buono
Fingon di nol vedere,
O piglieran piacere
D’uccellarlo tra loro.
105Ma nota che costoro
Son tutti gl’ignoranti,
Et èccene oggi tanti
Che altro non ci si spende.
Ma chi qualcosa intende
110Ama più le virtù
Che quanto tesor fu
O sarà mai nel mondo.
Bada a quel ch’io rispondo,
Chè chi non sta a udire
115E ’l suo padre ubidire,
Buon segno esser non suole.
Risp. Antonio:Le son tutte parole;
Io vorrei aver danari.
E, come hanno e’ mia pari,
120Ricchi e be’ vestimenti.
Risp. il Padre:Or pur, ch’io ti contenti;
Dimmi quel che tu vuoi.
Risp. Antonio:E i’ vel dirò poi.

Risp. il Padre:Il vo’ saper testè;
  1. Così tulle le stampe. Ma il Palermo riferendo quello prologo nella sua Illustrazione dei Codd. Palatini (II. 389) scrive: L’uomo è più stimato. E mi par buona correzione, salvochè per amor del verso si potrebbe dire invece: l’uomo è più istimato.
  2. A chi gli ha.