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perchè molto ha sofferto, egli crede più di ogni altro alla infallibile continuità del pensiero umanitario, in cui ha radice l’albero della speranza. Perciò quando la rivoluzione francese, che credeva solo alla realtà della sua idea, che mandava al passato un villano libello di ripudio, che credeva, l’umanità pensasse a singulti, chiuse le badie e sperse i monaci, S. Benedetto rimase in Italia. L’Italia fu a suoi piedi, come la Maria di Lazzaro ai piedi di Cristo. Gli occhi di quella dantesca Margherita le rinversavano nel petto tutta l’anima di quegli antichi, che veramente fecero l’Italia, le ispiravano caldo, continuo il pensiero della sua morale unificazione, le svegliavano la matronale coscienza della sua forza, del suo decoro.

S. Benedetto poteva farlo; perchè la raccolse bambina di mano ai barbari. Fra le braccia di quel monaco l’Italia vagì, e dalle sue labbra salmeggianti accolse il mistero della vecchia civiltà latina. Fanciulla lo accompagnava nella diurna fatica dei campi, attenta lo ascoltava salmeggiare la notte nella casa di Dio; ed imparava la vita nel lavoro dei suoi monaci, consociati dal vincolo della preghiera. Addossò alle mura delle sante badie la capanna dei suoi coloni: e con l’incenso dei monastici altari confluì al Signore il fumo del domestico focolare; io dico della famiglia che mangia il pane della fatica. Vide le basiliche ed i claustri sorgere su le pagane rovine, e s’intese madre di Bramante e di Michelangelo; seguì con gli occhi la mano del monaco cronista, che scriveva di lei, e s’intese madre di Macchiavello e di Guicciardini; sorrise al primo incolorarsi delle membrane, alluminate dalla rozza mano del monaco,

 
 
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