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minciasse da lui, perchè la Chiesa per lui non era più quella di Cristo. La Chiesa e l’Italia furono consorti nella tribolazione. Dietro i passi del frate, che seminava il gioglio dello scisma, veniva Carlo V, svellendo i Comuni, e piantando troni di tirannelli in Italia. L’Italia conservò la fede religiosa, ma perdè la civile: il protestantismo politico le ha logore le midolla delle ossa per tre secoli. Ma perchè credente, perchè cattolica, non che vide l’inonesto frate toccare alle immacolate membra della madre Chiesa, sollevarle dagli omeri la stola dell’Agnello, bestemmiarla Babilonica meretrice, le sue viscere si commossero; e sebbene inerme, schiava di austro-ispani proconsoli, furibonda evocò il genio delle sue Arti, e protesse il maternale pudore con un manto di bellezza, maraviglia del mondo.

Lutero, Cromwello, Calvino arsero le badie di S. Benedetto in Germania, in Francia, in Inghilterra: ma S. Benedetto rimase in Italia. Consorte nelle sue tribolazioni, non si disgiunse da lei nella filiale carità verso la cattolica Chiesa. Questa oltraggiata dai protestanti, come tralignata dalla sementa apostolica, come scissa dalla spirituale genealogia del Cristo, S. Benedetto svolse agli occhi del mondo le polverose pergamene dei monastici archivî, diciferò il testimonio del passato, rivelò i documenti della spirituale sua discendenza da Cristo, e sostenne con la ragione dei fatti quello, che a mala pena poteva reggere il sillogismo dei teologi. Così per la Storia e per le Arti la Chiesa immise un’altra volta nella universa comunanza degli uomini la virtù del Cristo, principio e fine del civile progresso. E chi si osa assorgere e rompere nella economia della divina prov-