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e s’intese madre di Raffaele. Tra le spine di monaci penitenti colse lo smarrito alloro di maestra del mondo. Imperocchè in veste di monaco esercitò il suo magistero nella Francia, nella Inghilterra, nella Germania; e nei lombi di queste genti essa destò la generazione dei grandi intelletti, da Alcuino a Des Cartes, da Beda a Newton, da Rabano a Kant. Volete voi cacciare S. Benedetto dall’Italia? Ah! voi non lo troverete; egli è nascosto nel suo cuore: e chi tocca al cuore della madre patria?


II.


Voi lo sapete: il nuovo uomo sociale è creatura della Chiesa. Unificato in Cristo per soprannaturali carismi di amore, santo, apostolico, cattolico, egli già da cinque secoli viaggiava alla città di Dio, preso che ebbe sul Golgota il viatico del sangue redentore. Ma poi che tremò la terra per irruzione di barbari sul romano impero, e s’oscurò il sole della civiltà di Augusto, egli prese il viatico della naturale sua peregrinazione sulla terra, dalle mani della Chiesa; e l’uomo del cielo, uno, santo, apostolico, cattolico, addivenne cittadino della terra. Che fece la Chiesa? chiamò forse filosofi ed umani legislatori a creare il nuovo uomo sociale? ascese forse con la fiaccola delle terrene persuasioni alla rocca della sua ragione per conquistarne l’intelletto? No: essa chiamò dalla caverna di Subiaco l’uomo dell’abnegazione, S. Benedetto; gli dette a tenere la lampada del suo sentimento e lo intromise nel cuore del nuovo uo-