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ATTO PRIMO | 79 |
Ol. Parlate a me, io ti risponderò per lei: che volete?
Viol. Raggiante, divina e impareggiabile bellezza... (a Mar.) Ma vi prego di dirmi se è la signora della casa, perchè io non l’ho mai veduta, e mi dorrebbe di recitare inutilmente la mia arringa che, oltrechè è assai ben scritta, m’è costata molta fatica per apprenderla a mente. Generose bellezze, non mi fate villanie, perchè io sono assai sensibile alle offese.
Ol. Per parte di chi venite, signore?
Viol. Non posso dir che quello che ho appreso, e tal domanda mi distoglie dal mio ufficio. Amabile signora, ditemi se siete voi qui la padrona, ond’io possa procedere nel mio discorso.
Ol. Siete qualche commediante?
Viol. No, sinceramente parlandovi, quantunque però (e lo giuro per gli artigli della malvagità) non sia quello che rappresento. Ma siete voi la padrona?
Ol. Se me a me stessa non rubo, lo sono.
Viol. Certo, se lo siete, rubate a voi medesima: perocchè quello ch’è in voi per farne dono, non è in voi per esser tenuto in serbo. Ma ciò esce dal mio messaggio. Io debbo prima tesservi le vostre lodi, e poi dichiararvi l’oggetto per cui venni.
Ol. Entrate addirittura in quest’ultima cosa. La prima è inutile.
Viol. Ho fatto gran fatica ad imparar questo messaggio, ed è molto poetico.
Ol. Sarà dunque una finzione, e vi prego di riserbarvela. Mi fu detto che facevate molto rumore alla mia porta, e v’ho permessa l’entrata più per vedervi, che per intendervi. Se non siete insensato, ritiratevi; se possedete la vostra ragione, siate breve: non mi sento in voglia di conferire a lungo con voi.
Mar. Volete spiegar le vele, amico? Ecco la via.
Viol. No, mio bel mozzo, intendo restar qui in rada un altro po’ di tempo ancora.
Ol. Dichiarateci le vostre intenzioni.
Viol. Mi fu commesso un messaggio.
Ol. Avrete certo qualche cosa di ben fatale da dirmi, poichè cominciate con tanta timidezza. Spiegate l’oggetto di questo vostro messaggio.
Viol. Esso non dev’essere,inteso che da voi; io non vi reco nè dichiarazione di guerra, nè imposizione di taglie; vengo coll’olivo alla mano, e le mie parole, come l’oggetto della mia ambascerìa, son tutte di pace.
Ol. Cominciaste nondimeno in modo assai aspro. Chi siete? Che volete?