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62 PENE D'AMOR PERDUTE

donatemi se solo con una parola vi ringrazio per l’importante concessione che mi faceste.

Re. Non vi è nulla che la rapida fuga del tempo non modifichi, e spesso nel momento in cui egli costringe gli uomini a separarsi, determina fra di loro quello che determinarsi non avrebbe potuto che con lunghe discussioni. Sebbene il dolore dipinto sulla fronte d’una fanciulla vieti il sorriso dell’amore e la preghiera della tenerezza, nondimeno poichè l’amore è stato la prima cagione dei nostri passi, la tristezza non lo distolga dal termine, a cui egli anelava di giungere. Pianger gli amici perduti non è tanto salutare o vantaggioso, come il rallegrarsi di aver trovati altri amici.

Prin. Non v’intendo, e ciò raddoppia il mio dolore.

Bir. Parole schiette ed aperte saran dunque meglio comprese da voi, e i miei discorsi vi riveleranno più minutamente i pensieri del re. È per la vostra bellezza che abbiamo speso il nostro tempo e che abbiamo violati i nostri giuramenti. La vostra bellezza ha grandemente alterati i nostri caratteri, modellandoli in guisa interamente diversa dalle nostre intenzioni; e in ciò vedrete la cagione di quello che vi è sembrato così risibile in noi. L’amore commette mille falli, è bizzarro come un fanciullo, frivolo del pari; e avvegnachè è creato dall’occhio, così è come l’occhio pieno di fantasimi erranti, di forme strane che varia continuamente. Se queste inconseguenze del volubile amore, che ci han tolta la nostra dignità, sono sembrate male in armonia coi nostri giuramenti, e colla gravità nostra, furono i celesti occhi che avete che ci resero colpevoli. Perciò, belle dame, poichè il nostro amore vi appartiene, l’errore prodotto dall’amore vi spetta egualmente. Se noi diveniamo spergiuri a noi stessi, lo facciamo per essere fedeli per sempre a quelle, che a romper ci costrinsero la nostra fede. Tale mancanza, che per se stessa è un delitto, viene così detersa dalla cagione che lo fe’ compiere, e si muta in virtù.

Prin. Abbiamo ricevute le vostre lettere piene d’affetto; abbiamo ricevuti i vostri doni, e parlandone fra di noi avevamo riputato ciò un semplice atto di pulitezza, nè vi collegavamo alcuna importanza. Con tale opinione abbiamo intese anche le vostre proposte, quasi cosa di sollazzo.

Dum. Le nostre lettere signora esprimevano i nostri veri sentimenti.

Long. E i nostri sguardi gli annunziavano.

Ros. Noi nol credemmo.