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56 PENE D'AMOR PERDUTE


Prin. Iddio ti conforti! Il nobile principe mantiene assai bene la sua parola.

Re. Che volete voi dire? Per la mia vita, per la mia fede, non feci mai tal giuramento a quella fanciulla!

Ros. Pel Cielo! lo faceste, e per confermarlo mi offriste questo dono; ma riprendetevelo, signore.

Re. Questo dono lo feci alla principessa, ch’io ben conobbi dai gioielli che portava intorno al collo.

Prin. Perdonatemi, signore, era essa che aveva quel gioielli, e monsieur Biron, ne lo ringrazio, è il mio amante. — Ebbene, Biron, mi volete, o vi debbo restituire la vostra perla?

Bir. Nè l’uno, nè l’altro: entrambe cose vi lascio. Ora indovino tutto. Qui vi fu una trama, e prevenute del nostro assalto, prendeste gli opportuni concerti per renderne tutti goffi. Qualche tristo, qualche cianciatore, qualche spia, qualche insulso buffone, qualche parassita, a cui il troppo ridere ha aggrinzite le gote, vi svelò il nostro disegno, e per tale avviso vi cambiaste le maschere perchè noi vagheggiassimo soltanto sembianze ingannevoli. Ora per aggravare il nostro spergiuro, spergiuri diventiamo di nuovo: la prima volta con colpa nostra, e questa eventualmente. Ma basta su di ciò. — Però, se foste voi signora, (a Boy.) che palesaste il nostro segreto, non pensaste che tal mestiere era disdicevole. Voi riempiste una parte indegna e codarda, che vi pone al disotto d’ogni nostro rimprovero. Il vostro guardarmi bieco a nulla vi giova, ma anche una volta, ho finito, ed ecco chi viene a proposito per impedire una disputa. (entra Costard)

Cost. Oh mio Dio! signore: essi vorrebbero sapere se i tre eroi verranno o no.

Bir. Son forse solo in tre?

Cost. No, signore, ma ciò è molto bello, perchè ognuno ne rappresenta tre.

Bir. E tre volte tre fanno nove. Sei anche tu uno degli eroi?

Cost. È piaciuto loro di credermi degno di rappresentare Pompione il Grande, e quantunque io non conosca il merito di quel valentuomo, debbo pure raffigurarlo.

Bir. Va a dir loro di apparecchiarsi.

Cost. Vedrete che la cosa riescirà a dovere e che ne sarete contenti. (esce)

Re. Biron, costoro ne disonoreranno... fa che non vengano.

Bir. Siamo a prova di vergogna, mio principe, e vi è politica nell’avere uno spettacolo più cattivo di quello, che sa dare un re co’ suoi cortigiani.