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ATTO QUINTO 47

versi di Biron, che se parlassero il vero, farebbero di me una diva. Egli ha inteso di delinearmi il ritratto colla sua lettera.

Prin. V’è qualche somiglianza?

Ros. Molta nelle lettere, ma nessuna nell’elogio.

Prin. Bella come l’inchiostro? Che strana comparazione!

Cat. Bella come un gran B in un libro di cassa.

Ros. Badate ai pennelli! Ch’io non muoia vostra debitrice, mia aurea lettera. Piacesse a Dio che il vostro volto non fosse così pieno di O!

Cat. Il vaiuolo vi compensi di questo scherzo: maledico le femmine malvagie.

Prin. Ma qual’è il dono che vi mandò il bel Dumain?

Cat. Questo guanto, signora.

Prin. Non ve ne mandò almeno due?

Cat. Sì, signora, e di più alcune migliaia di versi d’un fedele amatore: mostruosa ipocrisia, bestialità perfetta!

Mar. Questa lettera e queste perle furono inviate a me da Longueville; la lettera è più lunga di quello che dovrebb’essere, almeno un mezzo miglio.

Prin. Io pur lo credo: ma non desiderereste voi che il vezzo delle perle fosse più lungo, e la lettera più corta?

Mar. Sì, e che queste mani congiunte non potessero mai separarsi.

Prin. Noi siamo fanciulle ben savie a farci beffe così dei nostri amanti.

Ros. Essi son ben più pazzi, assoggettandosi ai nostri scherzi. Vuo’ mettere quel Biron alla tortura prima di lasciare questa Corte. Quanto pagherei ad averlo soggetto solo una settimana! Vorrei farlo strisciare, supplicare, sollecitare, aspettar l’occasione favorevole, e spendere il suo prodigo stile in sterili rime, conformandosi agli ordini miei assoluti, superba di divenire anche l’oggetto de’ miei sarcasmi.

Prin. Non vi sono nomini più goffi dei così detti belli spiriti, ogni qual volta si siano innamorati: la follìa nata dal seno della saviezza, s’arma di tutta la sua autorità, e del soccorso della scienza: e i doni dello spirito non servono che a farla vieppiù risaltare.

Ros. Il sangue della gioventù non s’infiamma mai tanto come quello de’ vecchi, che disertano la ragione, per abbandonarsi ad amori insensati.

Mar. La pazzia non ha nei pazzi così grande energia, quanta n’ha nei savii, che presi si sentono da una subita passione.