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ATTO QUINTO 45

che... ma siate segreto... che il re vuol presentarmi alla principessa in mezzo a qualche spettacolo, scena dilettevole, o farsa, o fuoco d’artifizio. Per conseguenza avendo appreso che il curato e voi, mio caro, siete eccellenti per le subite eruzioni d’allegria, se pur così possono appellarsi, vi ho posti a parte di ciò per sollecitare la vostra assistenza.

Ol. Signore, dovete rappresentare dinanzi a loro i nove eroi. — Messer Nataniele, è quistione qui di qualche sollazzo, a cui si attenderà coll’assistenza nostra nella parte posteriore del giorno per comando del re e di questo valente, illustre e dotto gentiluomo. — Io ho opinato che non v’era meglio da fare dei nove eroi.

Nat. Dove volete trovare gli uomini abbastanza degni per rappresentarli?

Ol. Giosuè voi stesso: io, o questo galante, Giuda Macabeo; il pastorello che abbiamo qui, a cagione delle sue membra, Pompeo il grande; il paggio, Ercole.

Arm. Perdono, signore, vi è un errore: questo paggio non può rappresentare quell’eroe, ei non è grande neppure come un terzo da sua clava.

Ol. Otterrò io udienza? Egli rappresenterà Ercole in minorità: il suo entrare e il suo escire saranno lo strangolamento di un serpente, ed io avrò un’apologia su tal proposito.

Moth. Eccellente trovato! Così se qualcuno degli spettatori fischia, potrebbe gridare: bene sta, Ercole, ora tu schiacci il serpente! È il mezzo di offendere con grazia, cosa che tanti pochi san fare.

Arm. E per gli altri eroi?

Ol. Ne rappresenterò tre io solo.

Moth. Triplice galantuomo.

Arm. Vi dirò ora una cosa.

Ol. Udiamo.

Arm. Se lo spettacolo non riuscisse, avremmo una gran contumelia.

Ol. Non temete di nulla. Perchè non hai detto una parola in tutto questo tempo, Dull?

Dull. Perchè non ne ho capito una di quelle che voi stessi avete proferite.

Ol. Reciterai anche tu una parte.

Dull. In una danza, o in qualche cosa di simile: suonerò, se volete, il tamburo, perchè ballino gli eroi.

Ol. Amabilissimo, onestissimo Dull, vieni dunque nosco. (escono)