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ATTO QUARTO | 37 |
Bir. (a parte) Una febbre nel vostro sangue! Un salasso allora vi guarirà. L’amore vuol sangue.
Dum. Rileggerò l’ode che ho composta per essa.
Bir. (a parte) Udirò anche una volta come l’amore possa diversamente manifestarsi.
Dum. «In un giorno di maggio, sciagurato giorno! (maggio fu sempre il mese dell’amore) un amante vide un fiore de’ più belli accarezzato da zeffiro invisibile, che si apriva a poco a poco un passaggio fra le odorose sue foglie. L’amante triste e geloso, invidiò le di lui felicità. Ah! disse egli, perchè non sono io quello zeffiro? perchè come lui non poss’io vincere? Oimè! amabile rosa, la mia mano ha giurato di non mai staccarti dalla tua spina; ma questo giuramento poteva attenersi da un giovine? Non imputarmi dunque a delitto, se per te son divenuto spergiuro: per te, per amore di cui Giove stesso griderebbe che Giunone non è che un’Etiopa, e che abiurando la propria divinità si muterebbe in uomo per venirti ad adorare».
Le manderò questi versi ed alcune altre righe anche più semplici, che le spiegheranno le pene e le privazioni del mio sincero affetto. Quanto pagherei che il re, Biron e Longueville, fossero del pari innamorati! Il male, servendo d’esempio al male, laverebbe la mia fronte dalla vergogna dello spergiuro, e la follia diverrebbe innocente quando tutti la dividessero.
Long. (avanzandosi) Dumain, il tuo amore è spietato, poichè desidera compagni d’infortunio. — Tu puoi impallidire a tuo senno, ma io arrossirei d’essere stato udito a pronunziare le parole che dianzi proferivi.
Re. (avanzandosi) Messere, non arrossite, perchè voi pure versate in egual condizione, e siete due volte più colpevole di lui. Non amate voi Maria? Non avete composti versi per essa? Non vi siete incrociate le mani sul cuore, per contenerne gl’impeti tumultuosi? Io stava nascosto in quel cespuglio, e vi vedevo entrambi, e per entrambi sentii vergogna. Udii le vostre colpevoli rime, e gli ardenti sospiri che esalavate dal petto; osservai i vostri volti, e notai tutti i segni della vostra passione. Oimè! gridava l’uno; oh Giove! sclamava l’altro. L’uno diceva: la sua capigliatura splende come l’oro; l’altro: i suoi occhi brillano come il cristallo. Voi (a Long.) volevate violare la vostra fede e i vostri giuramenti, per la conquista dei paradiso; voi (a Dum.) asserivate che Giove si sarebbe fatto uomo per amore della vostra bella. — Che dirà Biron, allorchè saprà che man-