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Nat. Messere, voi vi comportaste in ciò col debito timore di Dio; molto religiosamente, e come un certo padre dice.....

Ol. Signore, non mi parlate di padri, perchè tale pluralità paterna mi atterrisce. Ma tornando ai versi: vi piacquero essi, sir Nataniele?

Nat. Moltissimo per ciò che risguarda la scrittura.

Ol. Debbo desinar oggi dal genitore di certa mia pupilla, dove le volete avanti al pasto purificare la mensa con azioni di grazia, io penserò, valendomi dei privilegi che tengo presso i parenti della sunnominata, a farvi ben accogliere; e là vi pròvero che questi versi non valgon nulla, perchè non hanno alcuna tintura di poesia, di spirito, o d’invenzione: chieggo il vostro consorzio.

Nat. Ve ne ringrazio assai: perchè il consorzio, dice il testo, è la felicità della vita.

Ol. E certo il testo dice una cosa sensatissima. — Messere, (a Dull.) voi pure invito: voi non mi direte di no: pauca verba. Via; i nobili sono ai loro sollazzi, e noi pure andremo alle nostre ricreazioni. (escono}

SCENA III.

Un’altra parte della stessa.

Entra Biron con un foglio.

Bir. Il re caccia il cervo, ed io caccio me stesso: mi hanno tese le reti, e vi sono rimasto accalappiato. Calmati, dolor mio: è sentenza da pazzo, ma che forza è pur ch’io ripeta. Ben ragionato! — Pel Cielo! questo mio amore è frenetico, come lo era Ajace; esso uccide i montoni; uccide me, che monton sono. Novella serie di squisiti ragionamenti! — Amor non voglio: e anco mi si appenda; in coscienza non amerò. Ah! ma il suo bell’occhio... Per questa luce! se non vi fosse che il suo occhio, non l’amerei: i suoi due occhi non amerei, ma io mento, mento. Oh Cielo! io sono innamorato, e ho imparato a far versi e ad esser malinconico: ecco un brano delle mie rime e della mia malinconia. Bene stà: la bella ha di già avuto uno de’ miei sonetti: lo stupido Costard gliel ha recato, il pazzo lo inviò, e la dama ne prese possesso. Caro stupido, caro pazzo, dama anche più cara! — Viva il cielo! me ne befferei a mio senno, se gli altri tre dividessero la mia follia. — Eccone uno con un foglio: il Signore gli conceda la grazia di sospirare! (monta sopra un albero intanto che entra il Re)