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ATTO QUINTO 405


Duc. Siate il benvenuto, giovine. Voi offrite un bel presente di nozze ai vostri due fratelli: all’uno il patrimonio di cui era stato spogliato, all’altro una terra immensa, una potente duchéa. Ma prima compiamo in questa foresta l’opera che vi avevamo così felicemente iniziata, e poscia ognuno dei felici compagni del nostro bando, che passarono qui con noi tanti tristi giorni e tante notti anche più triste, staranno a parte delle fortune che su di noi ricadono, secondo il merito loro e la loro condizione. Dimentichiamo per ora questa nostra insperata ventura, e abbandoniamoci ai nostri rustici solazzi. — Suonate, musici. E voi, sposi e spose di questo dì, accompagnate i loro suoni con movimenti ispirati dalla gioia.

Giac. Signore, con vostra licenza... S’io vi ho ben inteso, il duca ha abbracciata la vita claustrale, abiurando il fasto delle Corti?

Jam. Così ha fatto.

Giac. Voglio andarlo a trovare. V’è molto da apprendere da questa specie di convertiti. Vi lascio (al Duc.) le vostre antiche dignità; la vostra pazienze e le vostre virtù le meritano. A voi (a Orl.) lascio l’amore che è dovuto alla vostra fede sincera. A voi (a Ol.) rimetto le vostre terre, la tenerezza di una sposa e parenti illustri. A voi (a Sil.) confido le gioie del matrimonio lungo tempo desiderate. E a te, (a Piet.) abbandono le contese di un mal assortito nodo che solo per pazzia hai contratto. Così datevi tutti in preda alle vostre inclinazioni; a me piaceri migliori occorrono, che non son quelli delle nozze.

Duc. Fermati, Giacomo, rimani con noi.

Giac. Non posso restare per assistere a frivoli diporti: a che rimarrei? Che altro potrei più qui apprendere? (esce)

Duc. (ai Mus.) Continuate, continuate: i vostri suoni fan palpitare di gioia i nostri cuori, nè questa gioia speriamo sarà per cessare. (danza)


epilogo.

Ros. Non suol essere il costume di vedere una signora a recitar l’epilogo, ma ciò non è disdicevole di più che nol sia l’udire un prologo recitato da un uomo. Se il proverbio è vero, che il buon vino non ha bisogno d’insegna, è egualmente vero, che un buon dramma non ha uopo d’epilogo. Nondimeno si annunzia il buon vino con insegne splendide, e i buoni drammi sembrano anche migliori col soccorso di epiloghi eloquenti. In quale stato