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Feb. Giovine, voi vi siete mal comportato con me, mostrando la lettera che vi avevo scritta.

Ros. Se ho fatto male, non me ne curo. Mio disegno è di mostrarmi sdegnoso e senza riguardi per voi; avete dietro a voi un pastor fedele; rivolgete a lui i vostri occhi ed amatelo, com’egli vi ama.

Feb. Buon pastore, spiega a questo giovine che cosa è amare.

Sil. Amare, è un essere sempre pieno di lagrime e di sospiri, e tale io sono per Febèa.

Feb. Ed io per Ganimede.

Orl. Ed io per Rosalinda.

Ros. Ed io per nessuna femmina.

Sil. Amare, è un esser pieno di fede e di devozione, com’io son per Febèa.

Feb. Ed io per Ganimede.

Orl. Ed io per Rosalinda.

Ros. Ed io per nessuna femmina.

Sil. È un credere a tutte le illusioni, un sentirsi avvampante di passione e di desiderii; è un essere tutto adorazione, rispetto e obbedienza, umiltà, pazienza e disinteresse, e tale io sono per Febèa.

Feb. Ed io per Ganimede.

Orl. Ed io per Rosalinda.

Ros. Ed io per nessuna femmina.

Feb. (a Ros.) Se questo è, perchè mi biasimate se vi amo?

Sil. (a Feb.) Se questo è, perchè mi biasimate di amarvi?

Orl. Se questo è, perchè mi riprendete se vi voglio bene?

Ros. A chi indirizzate voi queste parole?

Orl. A quella, oimè! che non è qui e che non mi ascolta.

Ros. Di grazia, non parlate più di ciò; è un gettar i detti, come i lupi d’Irlanda gettano i loro ringhi feroci. Voglio aiutarvi (a Sil.) se posso: vorrei amarvi (a Feb.) se sapessi. — Dimani venitemi a trovare tutti insieme. — Io vi sposerò, (a Feb.) se pure sposerò una donna, e dimani mi farò sposo: vi appagherò (a Orl.) se mai appagherò un uomo, e dimani voi sarete ammogliato: io vi contenterò, (a Sil.) se quello che vi piace vi contenta, e dimani sarete consorte. — Se amate Rosalinda, (a Orl.) venite a trovarmi dimani: se amate Febèa, (a Sil.) voi pure venite. E quant’è vero che non amo alcuna donna, ogni cosa che vi ho promessa adempirò. — Addio, intanto; io mi sono esplicato.

Sil. Non mancherò al ritrovo.

Feb. Nè io.

Orl. Nè io. (escono)