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384 COME VI PIACE


Orl. Con tutto il cuore, amabile giovane.

Ros. No, no, bisogna che mi chiamiate Rosalinda. Andiamo, sorella, venite con noi. (escono)

SCENA III.

Entrano Pietra-del-Paragone e Andrey; Giacomo li guarda da lontano.

Piet. Su via, cara Andrey; vado a cercare le vostre capre. Sono io sempre, Andrey, quell’uomo che vi piace? Siete voi contenta della mia fisonomia? Io sto qui con voi e le vostre capre, come l’onesto Ovidio, il più bizzarro dei poeti, se ne stava fra i Goti.

Giac. Oh scienza profusa! Un gran pazzo è costui. (a parte)

Piet. Io dunque, mia Andrey, voglio sposarti, e perciò ho veduto sir Oliviero Martext, vicario del vicino villaggio, il quale m’ha promesso di trovarsi in questa parte della foresta per accoppiarne.

Giac. Sarò ben lieto di tal incontro. (a parte)

And. Gli Dei ne concedano la felicità!

Piet. Così sia! Io imprendo un’opera che spaventerebbe ogni uomo timido, perchè noi non abbiamo altri templi che i boschi, altre congregazioni che quelle delle bestie cornute. Ma che vale ciò? Coraggio! Se le corna sono odiose, esse son necessarie. Molti uomini ne riconoscono il vantaggio e la convenienza. Forse che i poveri soli le hanno? Il cervo più nobile le innalza auguste, come il cervo più tristo. L’uom che vive solo è forse felice? No. Come una città circondata di mura è migliore d’un villaggio, così la fronte coronata d’un marito è più onorevole che la fronte nuda d’un garzone. Ecco sir Martext. (entra Martext) Sir Martext, voi siete il benvenuto. Volete unirci qui sotto a quest’albero, dovrem venire alla vostra cappella?

Mar. Non vi è qui nessuno per presentare la donna?

Piet. Non vuo’ riceverla in dono dalla mano di nessun uomo.

Mar. In verità, conviene che qualcuno la presenti, altrimenti il matrimonio sarà irregolare.

Giac. (avanzandosi) A ciò non pensate, io la presenterò.

Piet. Buona sera, mio bel signore: come state? Sono lieto di vedervi. Che fate qui?

Giac. Volete ammogliarvi?

Piet. Debbo assoggettarmi a quel freno e a quel giogo, che il