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378 COME VI PIACE

una buona vita; ma rispetto a quel che è una vita da pastore, è una povera vita. Per ciò che è solitaria molto mi piace, e piacemi pure perchè si passa nei campi; nondimeno è pur forza dire ch’ella è assai noiosa. Sobria e frugale si addice molto al mio temperamento, ma molto si oppone al mio stomaco. Pastore, sei tu filosofo?

Cor. Sì, quanto basta per sapere, che più si è malati più si sta male; che quegli che non ha denaro non ha amici; che l’acqua bagna e il fuoco brucia; che i buoni pascoli ingrassano le pecore, e che una delle grandi cagioni della notte è l’assenza del sole.

Piet. Un uomo che ragiona come te è filosofo. Sei mai vissuto alla Corte, pastore?

Cor. No.

Piet. Sei dunque dannato.

Cor. Per non essere stato alla Corte? Strana ragione!

Piet. Se non sei mai stato alla Corte, non conosci le belle maniere; se non conosci le belle maniere, le tue maniere son necessariamente cattive, e quello che è cattivo è peccato, e il peccato porta dannazione, tu dunque sei in istato di dannazione.

Cor. No, amico; le belle maniere della Corte son così stolte alla campagna, come gli usi della campagna son ridicoli alla Corte. Ma io non sono che un semplice pastore, e non debbo intrattenermi di questo tema: contento della mia umile condizione, non invidio la felicità dei grandi.

Piet. E tale temperanza è appunto un nuovo difetto. Se con tante colpe l’inferno non ti ingoia, di’ pur che il diavolo è stanco di pastori.

Cor. Ecco il giovine Ganimede, fratello della mia nuova padrona. (entra Rosalinda leggendo un foglio)

Ros. Dall’India all’Oriente alcun tesoro non v’ha che eguagli Rosalinda: la sua fama si estende in ogni parte, e riempie l’universo del nome di lei: i capi d’opera più vantati, le miniature più perfette, non son che cose deformi in paragone della sua beltà.

Piet. Se voleste, sarei anch’io buono di rimar così per otto anni interi, eccettuandone però le ore del pranzo, della cena e del riposo.

Ros. Vattene, stolto.

Piet. Dove trovaste quei bei versi?

Ros. Sotto un albero.

Piet. Un albero che dà cattive frutta.