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374 | COME VI PIACE |
giorno, pazzo, gli ho detto. No, signore, non mi chiamate così mi rispose, fino che il Cielo non m’abbia mandata la fortuna. Poscia ha cavato un orologio di saccoccia, e dopo averlo guardato con occhio malinconico, son dieci ore, ha detto, è così che passa la vita: un’ora fa non eran che le nove, e fra un’ora saran le undici: in tal guisa d’ora in ora maturiamo, finchè l’istante giunge in cui cadiamo dall’albero. Allorchè ho udito quel demente a moralizzare in tal maniera, mi son posto a cantare come un gallo, e le mie risa non han avuto più freno. Oh nobile pazzo! oh pazzo degno! il tuo abito è il solo che gli uomini onesti dovrebbero indossare.
Duc. E chi era colui?
Giac. Un uomo che fu altra volta cortigiano, e che sa dirvi che se le dame son giovani e belle, esse prima d’ogn’altro lo conoscono. Oh quanta saviezza sotto quei cenci! Potessi io pure vestir simile abito.
Duc. Ne avrai uno.
Giac È l’unico che mi convenga, allorchè vi sarebbe tolta dal cervello la idea balzana ch’io sia saggio. Ma chi vien qui? (entra Orlando colla spada sguainata)
Orl. Cessate e non mangiate più.
Giac. Se non ho ancora cominciato!
Orl. Nè pur comincierai.
Giac. Da che parte è escito quest’uomo?
Duc. È la disperazione, giovane, che ti rende sì ardito, o disprezzi tu tanto ogni onesto procedere, che non abbi la più lieve idea della civiltà ordinaria?
Orl. Avete colto nel segno. È il pungente stimolo del più estremo bisogno che mi toglie ogni apparenza urbana: crebbi nondimeno in questo paese, e vi ricevei qualche educazione: ma non mangiate altro, vi dico: morirà colui che assaggerà di quel frutto prima che i miei bisogni siano soddisfatti.
Giac. Se non volete appagarvi di ragioni, dovrò allora soccombere.
Duc. Che volete da noi?
Orl. Sto per mancare per difetto di alimenti, e vi prego di darmene.
Duc. Assidetevi, mangiate, e siate il benvenuto alla nostra mensa.
Orl. Parlate da senno? Allora perdonatemi, ve ne scongiuro; ho creduto che qui tutto fosse selvaggio, e presi quel tuono duro che udiste. Ma chiunque vi siate che passate le ore fuggitive della