Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/354


ATTO QUINTO 345

nulla di meno che di un mondo salvato, o di un mondo distrutto: tutti i segni del più grande stupore si erano in essi manifestati; ma l’osservatore più arguto non avrebbe potuto comprendere, se quello era stupore di gioia, o di tristezza. (entra un altro Gentiluomo) Ecco chi ne saprà forse più di noi. Quali novelle, Ruggiero?

Gent. Nulla, fuorchè rallegramenti e fuochi festivi; l’oracolo è compito, il re ha trovata la figlia: tante meravìglie si son vedute in un’ora che i nostri giullari non potran mai cantarle tutte. (entra un terzo (Gentiluomo) Ecco il maggiordomo di Paolina: egli saprà dircene di più. — Ebbene, signore, come van le cose? La novella che si assicura vera somiglia tanto a un vecchio racconto, che violenti sospetti s’innalzano contro di essa. È vero che il re ha trovata la sua erede?

Gent. Nulla è più vero, se mai vi fu verità provata. La mantelletta della regina Ermione, la sua collana intorno al collo della fanciulla, le lettere d’Antigono rinvenute in lei, i maestosi lineamenti della giovinetta, e la sua somiglianza colla madre, un contegno augusto, molto al di sopra della sua educazione, e mille altre cose dichiarano con sicurezza ch’ella è la figlia del re. — Assisteste al colloquio dei due monarchi?

Gent. No.

Gent. Avete dunque perduto uno spettacolo che bisognava vedere, e che non si può descrivere. La loro gioia nuotava in flutti dì lagrime, essi sollevavano le loro mani verso il cielo, e il nostro re fuor di se stesso, invocando la sua sposa, chiedeva perdono al re di Boemia, poi abbracciava suo genero e sua figlia, poi ringraziava mille e mille volte il vecchio Pastore, che stava vicino a lui come un’antica colonna corrosa dall’orma di molti secoli. Commoventissima fu quella scena.

Gent. E di Antigono si è saputo cosa avvenisse?

Gent. Ei fu fatto in brani de un orso, lo assicura il figlio del Pastore, e produce per maggior prova un drappo e certi affolli, ben conosciuti da Paolina.

Gent. E che accadde per la barca e le ciurme?

Gent. Tutti naufragarono nel momento medesimo in cui il loro signore perì, e alla vista di quei bifolchi. — Ma qual nobile combattimento fra la gioia e il dolore sì vede in Paolina! Ella piangeva per la perdita del suo sposo, godeva per veder l’oracolo compito, e sollevando da terra la principessa, la stringeva fra le braccia come se avesse voluto attaccarla al suo cuore, in guisa da non temer più dì perderla.