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ATTO QUARTO 235


Cl. Su, musica, comincia.

Dor. (a parte) Mopsa der’essere la vostra amante: e un poco d’aglio vi sarà di preservativo contro i suoi baci.

Mop. Alla buon’ora!

Cl. Non una parola di più: siam pronti, cominciate. (comincia la musica, e con essa una danza fra i Pastori)

Pol. Buon uomo, ditemi, vi prego, chi è quel pastorello che danza con vostra figlia?

Past. Lo chiamano Doricle, e si vanta di possedere ricchi e vasti pascoli: egli lo dice, ed io gliene credo, perchè ha l’aspetto d’uomo sincero. Dice anche che ama mia figlia, ed è cosa che credo pure, perchè non mai la luna si è specchiata tanto tempo nelle acque, come si vede quel giovine immobile, affissato negli occhi di mia figlia, che penso pure lo adori.

Pol. Ella danza con molta grazia.

Past. Tutto quello che fa, lo fa con grazia, sebbene a me non convenisse il dirlo. Se il giovine Doricle fissasse su di lei la sua scelta, essa gli porterebbe in dote qualche cosa, che egli non imagina. (entra un Garzone del Pastore)

Gar. Oh padrone! se aveste inteso il mercante forestiero che è fuori, non danzereste al suono della cornamusa; no, ella non vi farebbe più alcuna impressione. Colui canta molte arie differenti, con più celerità che voi non contiate il danaro: la sua bocca le adornava come se piena fosse di tali frasche, e che tutte le orecchie stessero ad ascoltarlo.

Cl. Non poteva venir più opportunamente. Bisogna che entri: le ballate mi piacciono quand’è un’istoria lamentevole, messa in tuono gioviale o un’istoria gioviale posta in tuono lamentevole.

Gar. Egli ha canzoni d’ogni fatta: ne ha per le giovinette, per le matrone, per le spose, pei fanciulli, per gli adulti e pei vecchi.

Pol. Quest’è il prodigio dei mercanti.

Cl. Tu parli, in verità, d’un uomo meraviglioso: ha con sè merci fresche?

Gar. Fettuccie d’ogni colore: pizzi, tele, sete d’ogni fatta, e mette tutta la sua valigia in musica, come se racchiudesse altrettanti Dei e Dive; credereste che una camicia fosse un angelo dal modo con cui la descrive.

Cl. Te ne prego, fallo venire, e venga cantando.

Per. Avvertitelo di non usar parole troppo libere. (entra Autolico cantando)

Aut. Tela bianca come la neve, veli neri come le penne dei corvi, guanti profumati come le rose di Damasco, braccialetti