Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
24 | PENE D'AMOR PERDUTE |
ATTO TERZO
SCENA I.
Un’altra parte della stessa.
Entrano Armado e Moth.
Arm. Canta, canta, fanciullo; rapisci i miei sensi colla tua voce.
Moth. (cantando) Concolinel.....
Arm. Bell’aria? Va, caro giovine, prendi questa chiave, poni in libertà il pastore; ho bisogno ch’ei rechi una lettera alla mia amante.
Moth. Signore, vorreste voi conquistare il cuore di una fanciulla colle lettere?
Arm. E in qual altro modo lo potrei io dunque?
Moth. Se volete, v’insegnerò un’altr’arte; cantate un’aria di minuetto sulla punta della vostra lingua, accompagnatela coi vostri passi danzando; animatela ruotando intorno le vostre pupille; sospirate, affettate delirii: qualche volta assorbite con impeto l’aria, come se trangugiar voleste l’amore; qualche volta fiutatela con veemenza, come se di una presa d’amore foste bramoso; e intanto tenetevi il cappello ben calcato sugli occhi; le braccia incrociate sul petto, come un coniglio sullo spiedo: oppure riponete le mani in saccoccia, come un ritratto antico; badando di non serbare troppo lungo tempo un medesimo tuono, ma alternandoli tutti con eloquenza. — In questa guisa si seducono le fanciulle, che anche senza tali modi resterebbero sedotte, e in questa guisa si ottiene quella considerazione che non è dovuta che agli uomini d’intelletto.
Arm. Come hai tu acquistata tanta esperienza?
Moth. Colle mie osservazioni. Ma pensate alla vostra amante.
Arm. L’avevo quasi dimenticata.
Moth. Negligente scolaro, imparatela a memoria.
Arm. Conduci qui il pastore, egli porterà la mia lettera.
Moth. Il messaggio è ingegnoso: un cavallo che si fa ambasciatore d’un ciuco.
Arm. Che dici tu?
Moth. Sarebbe meglio mandare il ciuco sul cavallo, perchè ha l’andatura molto lenta. — Ma parto.