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304 LA NOVELLA D'INVERNO


Sig. Signora, il re non ha dormito questa notte, ed ha dato ordine che nessuno gli si avvicini.

Paol. Non tanto calore; io gli reco il sonno. Siete voi e i simili vostri che scorrete come ombre accanto a lui, e gemete ad oggi vano sospiro ch’ei tramanda: siete voi che date pascolo alla sua insonnia: io vengo a guarirnelo colla verità, col linguaggio della franchezza e della virtù; io vengo a sanarlo d’ogni umor malefico.

Leon. Che romore è questo ch’io odo?

Paol. Nessun romore, signore; sollecito da Vostra Maestà una udienza necessaria per sapere chi saranno i patrini di questa fanciulla.

Leon. Come?... Mandate fuori quell’audace donna. Antigono, io ti avevo commesso di impedirle di venirmi ad infestare, come avevo ben immaginato che avrebbe fatto.

Ant. Proibito gliel avea, signore, sotto pena della disgrazia vostra e della mia.

Leon. E non avete alcuna autorità sopra di lei?

Paol. Sì, per vietarmi tutto ciò che non è onesto; ma in questa cosa (a meno che non mi imprigioni, come avete fatto voi colla vostra sposa, per punirmi di un’azione onorevole) credetemi, signore, che egli non avea sopra di me alcun potere.

Ant. Voi l’udite? Allorchè ella vuol prender le redini, niuno può impedirglielo.

Paol. Mio caro sovrano, vi scongiuro di ascoltarmi; io vi son fida e leal suddita; io sanerò i vostri mali, e vi consigllerò col maggiore affetto: credetemi, perchè vi parlo sincera. — Vengo per parte della nostra buona regina.

Leon. Buona regina?

Paol. Sì, buona regina, signore; buona regina, ve lo ripeto, degna e virtuosa regina, di cui sosterrò la virtù a rischio della vita.

Leon. Fatela uscire dalla mia presenza.

Paol. Quegli che ha cari i suoi occhi, si astenga dal venirmi presso: escirò di mio senno; ma prima debbo compiere il messaggio. — L’onesta regina ha messo al mondo una fanciulla; eccola: ella la raccomanda alla vostra benedizione. (deponendo la bambina ai piedi del re)

Leon. Via da me, malvagia femmina! Conducetela lungi di qui fuor delle porte. Ella è una vil mezzana.

Paol. Voi mi oltraggiate, signore; io sono onesta quanto voi siete insensato: parmi che sia esserlo abbastanza in un secolo come il nostro.