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LA NOVELLA D’INVERNO



ATTO PRIMO


SCENA I.

Sicilia — Un’anticamera nel palazzo di Leonte.

Entrano Camillo e Archidamo.

Arch. Se avvenga, Camillo, che visitiate un dì la Boemia condottovi da qualche ragione simile a quella che qui vi guida, troverete gran differenza, come dissi, fra il nostro paese e questo.

Cam. Credi che nel veniente estate il re di Sicilia intenda di restituire al re di Boemia quella visita che gli deve.

Arch. Se l’impotenza di ricevervi bene come meritate ci umilia, almeno i sentimenti della nostra affezione suppliranno al difetto dello nostre facoltà, perocchè invero...

Cam. Ve ne prego...

Arch. Invero, e parlo con cognizione e franchezza, noi non possiamo usare la medesima magnificenza, ed una così rara... non saprei come appellarla. Ebbene, noi vi apparecchieremo bevande saporifere, onde i vostri sensi addormentati, siano inetti a sentire la nostra pochezza, e perchè, se non possiamo sperare i vostri elogi, non sappiate almeno farci rimproveri.

Cam. Voi pagate troppo caro quello che dato è di buon cuore.

Arch. Credetemi, parlo sapendo bene quello che dico, e dico quello che l’onestà m’ispira.

Cam. La Sicilia non può mai mostrare troppa benevolenza alla Boemia. I loro re sono stati educati insieme, e l’amicizia ha