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ATTO QUINTO 281


Ant. di S. È ben vero; nol negherò.

Ant. di E. E voi per quella catena, signore, mi faceste arrestare.

Ang. Credo che v’apponiate, e n’ho dolore.

Adr. Io vi mandai un gruppo di danaro, signore, col mezzo di Dromio, perchè vi servisse di cauzione, ma credo ch’egli non ve lo recasse.

Drom. di E. Nulla voi mi deste.

Ant. di S. Io ricevei da voi questa borsa di ducati, e fu Dromio, il valletto mio, che me la portò: veggo ora che cambiammo i domestici; io fui preso per l’altro Antifolo, com’egli fu preso per me, e da ciò derivarono tanti errori.

Ant. di E. Vadano questi ducati pel riscatto di mio padre qui presente.

Duc. Ei non ne avrà bisogno, tuo padre è in libertà.

Cor. Signore, voi dovete darmi quel diamante.

Ant. di E. Eccovelo, e molto vi ringrazio del banchetto che m’offeriste.

Abb. Illustre duca, degnatevi farne la grazia d’entrare con noi in quest’abbazia: voi udirete la storia intera delle nostre avventure; e voi tutti, ragunati in questo luogo, che sofferto avete qualche danno a cagione degli equivochi scambievoli di questi dì, accompagnateci, e otterrete piena soddisfazione. — Per venticinque anni interi io ho sofferti i dolori della maternità per partorirvi, o miei figli, e solo adesso giungo a sgravarmi di voi. Il duca, mio marito, i miei due figli e voi (ai due Dromi) che segnate il momento della loro nascita colla vostra, venite a partecipare alla festa dei loro natali. A tanti dolori debbo succedere una splendida festa.

Duc. Con tutto il cuore verrò con voi. (esce coll’Abb., Eg., la Cor., il Mer., Ang., e il seg.)

Drom. di S. Padrone, debbo andar a riprendere i vostri bagagli dalla barca?

Ant. di E. Di quali bagagli e di qual barca favelli, Dromio?

Drom. di S. Dei vostri bauli che avevate all’albergo del Centauro.

Ant. di S. È con me ch’ei vuol parlare: io sono il tuo padrone: andiamo, vieni con noi, noi provvederemo a tutto: abbraccia tuo fratello, e rallegrati seco. (escono i due Antifoli con Adriana e Luciana)

Drom. di S. V’è nella casa del vostro padrone una grossa quaglia che voleva cuocermi oggi a pranzo credendomi voi. Ora diverrà mia sorella, e non mia moglie.