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ATTO SECONDO 19

cortigiani s’accingevano a venirne incontro: ma ho saputo che verrà piuttosto farvi alloggiare nei campi, come un nemico che fosse venuto ad assediarlo nella sua Corte, anzi che pensare a sciogliersi dal suo giuramento, introducendovi nel suo palazzo solitario. — Eccolo. (le signore si mascherano; entrano il Re, Longueville, Dumain, Biron e seguito)

Re. Bella principessa, siate la benvenuta alla Corte di Navarra.

Prin. Bella? Vi rimando tal complimento: benvenuta ancora non sono: quella vôlta (guardando il cielo) è troppo alta per formare il tetto del vostro palagio; e questi campi sono una dimora troppo indegna di me, perchè credermi io possa qui la benvenuta.

Re. Voi sarete, signora, assai bene accolta nella mia Corte.

Prin. Nella vostra Corte? Allora sarò la benvenuta: vogliate condurmivi.

Re. Degnatevi d’udirmi, cara principessa: ho fatto un giuramento.....

Prin. Se il Cielo non vi assiste diverrete spergiuro.

Re. No, bella principessa, ciò non accadrà mai, almeno per voler mio.

Prin. Per voler vostro, lo vedrete, e solo per voler vostro.

Re. Voi ignorate, principessa, quaie ne fu l’oggetto.

Prin. Sareste più saggio ignorandolo al par di me, mio principe; mentre sapendolo, tutta la nostra scienza non è che ignoranza. Mi fu detto che Vostra Altezza ha giurato di ritirarsi nel suo palagio, ma è un peccato il mantenere tal giuramento, come un peccato sarebbe il violarlo. Vogliate perdonarmi: parlo con troppa arditezza, e male a me si addice il voler chiarire tali cose al signor mio. Fatemi grazia di leggere il motivo della mia venuta, e di dar tosto una risposta decisiva alla mia dimanda. (gli dà un foglio)

Re. Signora, così farò, se lo posso.

Prin. Lo potrete, tanto più che avete un interesse ad affrettare la mia partenza, perocchè prolungando qui il mio soggiorno diverreste spergiuro.

Bir. Non danzai io con voi una volta nel Brabante?

Ros. Non danzai io con voi nel Brabante una volta?

Bir. Sì certamente.

Ros. A che dunque farmi tale inchiesta?

Bir. Non siate così impaziente.

Ros. La colpa è vostra che mi muovete interrogazioni inutili.