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258 LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCHI


Bald. Calmatevi, signore; non venite a tali estremi. Voi fate qui guerra alla vostra riputazione, e assoggetterete a sospetto ingiurioso l’onore della vostra donna. La vostra lunga esperienza della sua saviezza, della sua virtù e modestia perora in di lei favore, e vi ammonisce che se le vostre porte oggi son chiuse, ella avrà qualche buona ragione per ciò. Cedete ai miei consigli, lasciate con pazienza questo luogo, e andiamo a pranzar tutti insieme all’osteria della Tigre: verso sera ritornerete poi solo, per ottenere spiegazione di tal condotta. Se con mano violenta atterraste ora quella porta, il popolo ne farebbe baldoria, e lesa la vostra riputazione fin qui immacolata, voi diverreste oggetto di scherno per tutti. Calmatevi, calmatevi; ve ne scongiuro.

Ant. di E. Farò come dite: mi ritirerò pacificamente, e in onta della gioia che vuoi fuggire dal mio cuore, mi mostrerò gaio. Conosco una donna amabile e spiritosa, in casa di cui desineremo: mia moglie se ne dorrebbe se lo sapesse, ma questa sua esclusione mi autorizza ad ogni passo. Tornate a casa, e prendete la catena che deve essere ora finita: ne farò dono alla mia bella albergatrice, non fosse per altro che per pungere un po’ costei. Mio caro amico, fate presto, e poichè mi è tolto l’accesso di casa mia, vedremo se sarò da per tutto egualmente rigettato.

Ang. Fra un istante vi raggiungo.

Ant. di E. Fatelo, e ve ne sarò riconoscente. (escono)

SCENA II.

La stessa.

Entrano Luciana e Antifolo di Siracusa.

Luc. Sarebbe possibile, che aveste interamente dimenticati tutti gli obblighi di un marito? Nella sua primavera stessa l’amor vostro inaridirà, e l’edifizio della vostra unione crollerà appena eretto? Se sposata avete mia sorella soltanto per le sue ricchezze, in contemplazione delle sue ricchezze trattatela almeno con maggiori riguardi. Se qualcun’altra amate, amatela in segreto: dissimulate il vostro perfido amore, e mia sorella non legga la vostra infedeltà ne’ vostri occhi. La vostra lingua non sia l’araldo che acclami la vostra vergogna: ponete soavità nei vostri modi: amenità nelle vostre parole: adornate con graziose mostre la vostra slealtà; vestite il vizio colle divise della virtù; assumete, sebbene reo, il contegno dell’innocenza; date al delitto le apparenze della santità; siate perfido e tacete: perchè rivelereste le vostre