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ATTO PRIMO 247

nostra fu divisa, e separati vennero quelli che per tutta la vita erano stati uniti. La metà del vascello che portava la mia infelice compagna, e che pareva di minor peso, quantunque di egual dolore, venne sospinta con celerità dai venti, e fu raccolta da alcuni pescatori di Corinto, mentre un’altra nave dava a noi ricetto. Dopo infruttuosi conati per raggiungere i nostri perduti amici, noi fummo costretti a seguitare nella loro patria quelli che ci avevano salvati. Tale fu la sventura che mi piombò sul capo, e d’allora in poi la mia vita non fu protratta che in mezzo agli infortunii.

Duc. E che avvenne di coloro che stavano con voi?

Egl. Il figliuolo rimasto meco, giunto all’età di diciotto anni, volle far ricerca di suo fratello, e mi pregò perchè il suo giovine servo (perchè anche i due fanciulli comprati subirono egual sorte) potesse accompagnarlo. Onde riavere uno degli oggetti della mia tenerezza, arrischiai di perder l’altro. Percorsi per cinque estati gli angoli più remoti della Grecia, errando fin presso alle coste d’Italia, e ritornando nella mia patria, approdai in Efeso, non perchè io avessi speranza di ritrovarveli, ma perchè non dovevo passar dinanzi ad alcun luogo abitato, senza farvi minute indagini. È qui alfine che deve terminar l’istoria della mia vita, e qui io morrei felice, se potessi almeno sapere che i miei figli sono anche al mondo.

Duc. Infelice Egeone, che i destini hanno assoggettato ai più atroci colpi, credimi, s’io lo potessi senza violare le nostri leggi, senza offendere la mia corona, il mio sacramento e la mia dignità, che i principi non debbono, quand’anche volessero, annullare o compromettere, la mia anima intenerita perorerebbe e chiederebbe grazia per te. Ma sebbene tu sia consacrato alla morte, e la tua sentenza non possa rivocarsi, nullameno io ti proteggerò fin dove mi è dato. Perciò, onesto mercante, ti concedo questo giorno per cercare la tua salute in qualche benefico soccorso: adopra tutti gli amici che puoi avere in Efeso: implora, prega, trova la somma necessaria al riscatto e vivi. Se non puoi giungere a tanto, la tua morte sarà allora inevitabile. — Carceriere, lo affido a te.

Car. Fidatevi di me, signore.

Eg. Egeone non ha più alcuna speranza, e la sua morte non sarà differita che di un giorno. (escono)