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ATTO QUARTO | 227 |
Boult. Ha un bel volto, parla bene, e veste con molta decenza: codeste qualità bastano.
Cort. A quel prezzo è posta, Boult?
Boult. Non uno scellino di meno di mille piastre.
Mez. Bene, seguitemi, amici: vi sborserò il denaro. Moglie, prendila; istruiscila di quel che ha da fare, onde non rimanga scornata. (esce coi Pirati)
Cor. Boult, prendi i suoi connotati, il colore de’ suoi capelli, la sua figura, la sua altezza, la sua età, coll’attestato della sua verginità, e grida: quegli che darà di più l’avrà primo. Un tal fiore non sarà pagato lievemente, se gli uomini sono quello che erano. Va a far ciò che ti ho detto.
Boult. Corro ad obbedirvi. (esce)
Mar. Oimè, quel Leonino fu sì lento, sì neghittoso! Egli avrebbe dovuto uccidermi senza parlare, o quei pirati, non abbastanza crudeli, avrebbero dovuto gettarmi in mare per cercarvi mia madre.
Cor. Di che vi lagnate, bella fanciulla?
Mar. Di esser bella.
Cor. Gli Dei sono stati in ciò generosi con voi.
Mar. Ma io non posso averne loro riconoscenza.
Cor. Voi vivrete con me, e vivrete bene.
Mar. Duolmi d’essere sfuggita a quelle mani che potevano uccidermi.
Cor. E vivrete con molto diletto.
Mar. No.
Cor. Sì, e godrete dell’amore di gentiluomini d’ogni specie. Sarete festeggiata, carezzata, blandita. Perchè vi chiudete le orecchie?
Mar. Siete voi una donna?
Cor. Che vorreste che fossi, se non fossi una donna.
Mar. Una donna onesta, o non una donna.
Cor. Furfantella, mi converrà adoprar la frusta con voi. Veggo che siete un po’ pazza, ma io saprò domarvi.
Mar. Gli Dei mi difendano.
Cor. Gli Dei vi difenderanno, valendosi degli uomini che verranno a confortarvi, ad alimentarvi, a tenervi lieta. Ecco Boult che ritorna. (entra Boult) Ebbene, gridasti pel mercato com’io ti dissi?
Boult. Gridai, e feci a voce il di lei ritratto.
Cor. E quali trovasti, te ne prego, le inclinazioni della gente, soprattutto dei giovani?