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ATTO TERZO | 219 |
Dom. Molte di terribili ne avevo viste; ma una simile a questa mai.
Cer. Il vostro padrone morrà anzichè voi siate ritornato; qui non vi è nulla che lo possa ristorare. Correte dal farmacista e chiedetegli se possa farsi niente. (escono Fil., il dom. e i naufragati; entrano due gentiluomini)
1° Gent. Buon giorno, signore!
2° Gent. Buon giorno a Vossignoria!
Cer. Come mai in piedi così per tempo?
1° Gent. Le nostre dimore, signore, poste sulla spiaggia del mare, tremano come un febbricitante: le più forti travi paiono in procinto di spezzarsi; e quegli edifizii sembrano stanchi di sussistere. Il timore mi fe’ escire.
2° Gent. Questa è la cagione che fe’ porre in via me pure.
Cer. Oh qual tremendo uragano!
1° Gent. Ma io stupisco molto che voi, munito di un’abitazione sicura e provvisto d’ogni bene, vi siate distolto tanto per tempo dal dolce riposo. È strano che la natura debba assoggettarsi a tali pene, non essendovi astretta.
Cer. Io ritenni sempre che la virtù fosse di gran lunga più pregevole che la nobiltà e le ricchezze, mentre le une possono venire dissipate, ma l’altra è immortale, e fa d’un uomo un Dio. E noto ch’io ho studiato le scienze fisiche, e che sono istrutto della virtù d’ogni vegetabile, d’ogni metallo, d’ogni pietra: io conosco molti segreti della natura, molte sue meraviglie, ciò che mi fa provare un maggior contento che non me ne diano le follie dell’ambizione.
2° Gent. Voi avete steso sopra molti la vostra carità, e sono centinaia di persone in Efeso che furono da voi restituite alla vita. La vostra splendidezza poi è tale, che vi rende famoso per tutte le parti del mondo. (entrano due domestici con una cassa)
1° Dom. Posiamola qui.
Cer. Che v’è?
1° Dom. Testè signore, il mare gettò sulla nostra sponda questa cassa: apparteneva certo a un vascello naufragato.
Cer. Apritela, vediamo cosa v’è dentro.
2° Gent. Pare un cataletto, signore.
Cer. Qualunque cosa contenga, essa è assai pesante. Apritela; se lo stomaco del mare è sopraccarico d’oro, buona fortuna è che esso il rigetti sopra di noi.
2° Gent. Dite bene, signore.