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ATTO PRIMO 13


Cost. L’avevo udito, ma non vi avevo badato.

Re. Fu minacciato un anno di prigione a chiunque fosse sorpreso con una donna.

Cost. Non son nel caso, signore, io fui sorpreso con una fanciulla.

Re. Bene; s’intesero anche le fanciulle.

Cost. Ma neppure una fanciulla era, signore, era una vergine.

Re. Anche ciò fu proibito; l’editto comprende anche le vergini.

Cost. Se ciò è, nego la sua verginità; io fui preso con una femmina.

Re. Simili ciance non ti gioveranno e pronunzio la tua sentenza: tu mangierai per una settimana pan bigio e acqua.

Cost. Preferirei piuttosto dover pregare un mese con un po’ di castrato.

Re. E don Armado sarà il tuo custode. Biron, fate che egli sia ricondotto da lui. — E noi, signori, andiamo a mettere in pratica quello che abbiamo giurato. (esce con Long. e Dum.)

Bir. Porrei la mia testa contro il cappello d’ogni onest’uomo, che quel giuramenti e quelle leggi diverranno un oggetto di scherno. — Andiamo, amico.

Cost. Io soffro per la verità, signore: perchè vero è che fui preso con Giacometta, e che Giacometta è una donna. Addio, dunque, amara tazza dell’infelicità! L’afflizione potrà un giorno sorridermi ancora, e infino a quel dì resti con me il dolore! (escono)

SCENA II.

La casa di Armado.

Entrano Armado e Moth.

Arm. Fanciullo, che segno è quando un uomo di grande spirito diventa malinconico?

Moth. Un gran segno, signore: vuol dire che è diventato tristo.

Arm. La tristezza e la malinconia sono la medesima cosa, mio caro silfo.

Moth. No, no, signore, no.

Arm. Come puoi tu separare la tristezza dalla malinconia, mio tenero giovinetto?

Moth. Con una familiare dimostrazione del fatto, mio duro seniore!

Arm. Perchè duro seniore? perchè?