Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/21

12 PENE D'AMOR PERDUTE


Re. (leggendo) È di fatto che, dominato da una malinconia nerissima, raccomandai l’insofferibile dolore che mi opprimeva alla salutare medicina dell’aria vostra che dà la salute: e da quel gentiluomo ch’io sono, mi posi a passeggiare. A qual ora? Verso le sei, allorchè gli animali si pascono con migliore appetito, e gli uccelli mangiano meglio il grano, e gli uomini sono assisi per prender quel cibo, che si chiama merenda: e ciò quanto al tempo. In quanto al suolo, era il vostro parco. Veniamo al luogo: il luogo, io dico, dove io assistei alla scena più turpe e più mostruosa, che trae ancheggi dalla mia penna bianca come la neve un inchiostro di color d’ebano che i vostri occhi veggono, contemplano o percorrono. Il luogo dunque era al nord-est fra l’est e l’ovest del vostro grazioso giardino. Ivi vi vidi quel villano ignobile con cui talvolta vi piace d’intrattenervi...

Cost. Io.

Re. Quell’uomo senza creanza e senza idee...

Cost. Io.

Re. Quell’imbelle vassallo...

Cost. Sempre io.

Re. Che per quanto me ne rammento si chiama Costard...

Cost. Oh! non vi è più dubbio.

Re. Accoppiato ed unito, contro al vostro editto e alle leggi pudiche da voi promulgate, con... con... con... oh! ma io soffro a dover dire con chi...

Cost. Con una fanciulla.

Re. Con una figlia della nostra grand’avola Eva, con una donna. Mosso dallo stimolo del dover mio sempre inviolabile, io l’ho mandato da voi, onde sia punito, sotto la custodia di un ufficiale di Vostra Altezza, Antonio Dull, uomo d’illesa riputazione, d’irreprensibile condotta e di grandi virtù.

Dull. Son io che mi chiamo Antonio Dull, col buon piacer vostro.

Re. Quanto a Giacometta (così vien chiamata la fanciulla che sorpresi con colui) io la custodisco come cosa sacra al furore della vostra legge, e al più piccolo segno della vostra illustre volontà la condurrò a subire il suo processo. Sono con tutte le formole di un affetto che mi divora il cuore, il bollente vostro

Don Adriano De Armado.


Bir. Questa lettera non è tanto pazza, come io avrei creduto, ma è pure la più pazza che mai intendessi.

Re. Che rispondi tu (a Cost.) a queste accuse?

Cost. Signore, confesso che la fanciulla...

Re. Avevi udito il bando?