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176 MISURA PER MISURA


Duc. A meraviglia; affrettatevi e ritornate presto, perchè avrei da comunicarvi segreti che non debbono essere confidati che a voi.

Prev. Userò ogni maggior diligenza. (esce)

Is. (dal di dentro) La pace sia in questi luoghi! Olà qualcuno!

Duc. La voce d’Isabella. Ella verrà per sapere se la grazia di suo fratello è stata spedita; ma vuo’ lasciarle ignorare la sua felicità per offrirle poi le consolazioni del Cielo, quand’ella le aspetterà meno. (entra Isabella)

Is. Con vostra licenza...

Duc. Buon giorno, bella e virtuosa fanciulla.

Is. Tanto più buono, quanto che mi è così augurato da un sant’uomo. Mio fratello è alfine salvo?

Duc. Egli è stato sprigionato da questo mondo, Isabella; la sua testa è caduta e fu mandata ad Angelo.

Is. Oh! ciò è impossibile.

Duc. Io vi parlo il vero, mostratevi ragionevole, figliuola, e siate paziente.

Is. Correrò a strappar gli occhi a quel vile ministro.

Duc. Non trovereste accesso da lui.

Is. Infelice Claudio! Sventurata Isabella! Odioso mondo! Dannato Angelo!

Duc. Codeste imprecazioni non gli fanno alcun male, e a voi non giovano; astenetevene e rimettete al Cielo le vostre vendette. Badate a quel che vi dico, e che vedrete avverarsi. Il duca ritorna dimani. Asciugate le vostre lagrime; un padre del nostro convento, suo confessore, mi disse questa novella, che ha partecipato ad Escalo e ad Angelo; essi gli andranno incontro, per riporre nelle sue mani i loro poteri. Se voi lo potete, date alla vostra prudenza il corso salutare, ch’io desidero per vostro bene ella prenda, e otterrete il favore del duca, la vendetta a cui agognate, e una stima generale.

Is. Mi lascierò guidare da voi.

Duc. Recate allora questa lettera a frate Pietro; è la lettera con cui m’istruisce del ritorno del nostro principe: ditegli, garantendolo con questo pegno, ch’io desidero ch’egli venga a trovarmi questa sera nella casa di Marianna: lo istruirò della di lei situazione e della vostra, ed egli vi presenterà al duca, accuserà Angelo, e lo confonderà. Quanto a me, povero frate, io sono stretto da un sacro voto, e dovrò assentarmi. Andate, e raffrenate quei pianti che sgorgano dai vostri occhi. Non crediate mai più ad alcuno del mio sant’ordine, s’io vi distolgo dalla retta via. — Chi si avanza? (entra Lucio)