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ATTO TERZO 165

il duca stava ancora qui: ei le promise di sposarla, e il figliuol suo avrà un anno e tre mesi quando sarem giunti a san Giacomo e Filippo. Io l’ho alimentato, e vedete com’ei mi tratta.

Esc. Quell’uomo è un libertino scapestrato. Fatelo venire dinanzi a noi. Conducete intanto costei prigione: non più ciancie. (esce Tut. fra gli uff.) Prevosto, il mio collega Angelo non muterà la sua sentenza; bisogna che Claudio muoia dimani; fategli avere gli ecclesiastici a quant’altro richiede la carità, per prepararlo alla sua sorte. Se il mio compagno dividesse i miei sentimenti, Claudio non sarebbe a questi estremi.

Prev. Permettetemi di farvi osservare che quel buon religioso l’ha visitato, e gli ha già dati i suoi consigli per disporlo alla morte.

Esc. Ah! salute, buon religioso.

Duc. La felicità e la virtù vi accompagnino dovunque.

Esc. Di qual luogo siete?

Duc. Non sono di questo paese, quantunque il caso ne abbia fatto il mio soggiorno per un tempo limitato: sono un frate a cui fu commesso un messaggio dal santo padre, che desidero di bene adempiere.

Esc. Quali novelle corrono pel mondo?

Duc. Nessuna, se non è che la virtù è tocca da sì gran morbo che finirà per estinguersi: la novità è quello che ognuno ricerca, e v’è tanto pericolo ad invecchiare in una medesima consuetudine, quanta virtù vi è nell’essere costanti in un’opera. Rimane appena di buona fede fra gli uomini, quello che basta per render sicura la società, e vi è anche bastante sicurezza perchè tale società possa venire impunemente maledetta. Sopra questo enigma si aggira presso a poco tutta la saviezza del mondo. Codeste novelle son viete, e nondimeno appaiono quelle d’ogni dì. — Vi prego, signore, di dirmi qual era il carattere del duca?

Esc. Era un uomo che cercava prima di ogni altro d’imparar a conoscere se stesso.

Duc. A quali piaceri si consacrava?

Esc. Provava più diletto nel veder gli altri lieti, che non ne sentiva abbandonandosi ai suoi sollazzi. Era un uomo di una temperanza unica! Ma abbandoniamolo alle sue avventure, pregando il Cielo che sia felice, e fatemi il piacere di dirmi in quale stato avete lasciato Claudio. Mi venne detto che gli faceste visita.

Duc. Ei vi dichiara che non ha da lagnarsi del suo giudice, e si sottomette con umile rassegnazione alla sua condanna. Nondimeno si era per debolezza umana piaciuto fra molte speranze