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ATTO QUARTO | 117 |
Vil. Badate a quello che dite; il curato è anche qui. — (contraffacendone la voce) Malvolio, Malvolio; il Cielo ti renda l’uso della ragione! Procura di dormire, e lascia le tue vane ciance.
Mal. Messer Topas.....
Vil. Non parlate altro con lui, mio buon amico. (fingendo che sia il parroco che gli parli e rispondendogli) Chi, io, signore? Non io, signore. Dio sia con voi, buon messer Topas. — Amen. — Così farò, signore, così farò.
Mar. Pazzo, pazzo, pazzo, dico...
Vil. Oimè, signore, siate paziente. Che dite? Sono bistrattato perchè parlo con voi?
Mal. Buon pazzo, fammi avere quello che occorre per scrivere; ti dico che sono in senno come ogni altr’uomo d’Illiria.
Vil. Oimè, così fosse vero, signore.
Mal. Per questa mano, è vero. Caro pazzo, un poco d’inchiostro e di luce; e reca a madonna quel che io le scriverò. Tal messaggio ti sarà più fruttuoso di ogni altro che mai recassi.
Vil. Vi compiacerò. Ma ditemi il vero, non siete voi realmente insensato come sembrate essere? o fingete forse?
Mal. Credimi, non lo sono, il vero ti dico.
Vil. Non presterò fede ad un demente, finchè non gli abbia veduto il cervello. Vado a prender quello che chiedete.
Mal. Ne sarai altamente ricompensato: te ne supplico, va.
Vil. (cantando) «Esco, e fra un istante vi raggiungerò. Come l’antico Arlecchino, che con una spada di legno grida nella sua collera, ah, ah; come il figlio insensato dice al padre, forbisciti le unghie, così io per servirvi mi comporterò da folle. Addio, compare intenebrato». (esce)
SCENA III.
Il giardino di Olivia.
Entra Sebastiano.
Seb. Questa è ben aria ch’io respiro, e quello è pure il sole che mi rischiara. Ecco la perla che essa mi ha data; io la veggo, e quantunque circondato di maraviglie, provo stupore, ma non delirio. Dove sarà Antonio? Non ho potuto trovarlo all’albergo dell’Elefante, e solo vi ho appreso ch’egli ha percorsa tutta la città per venirmi a cercare. I suoi consigli potrebbero ora essere un tesoro per me; perocchè, sebbene la mia ragione d’accordo coi miei sensi possa conchiudere che qui vi è un equivoco, ma