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ATTO SECONDO 93


Tob. Tacciamo, tacciamo!

Mal. Ve ne sono altri esempi: la dama di Strachy sposò il suo cameriere.

And. Per Jezabel, omai scoppio.

Fab. Oh egli vi si immerge con tutto il corpo: l’imaginazione l’ha già portato via.

Mal. Dopo essere stato tre mesi suo sposo nella grandezza...

Tob. Oh avessi una fionda, per lanciargli una pietra in un occhio!

Mal. Chiamando i miei uffiziali intorno a me vestito di splendita zimarra, escito dal letto in cui avrei lasciata Olivia addormentata...

Tob. Fuoco e zolfo.

Fab. Tacciamo.

Mal. Assumerei il carattere del mio grado cospicuo, e dopo aver vibrato sopra di essi uno sguardo sprezzante, direi loro, che conosco il mio posto, e che vorrei ch’essi del pari conoscessero il loro. Manderei quindi a cercare il mio parente Tobia...

Tob. Catene e ceppi!

Fab. Silenzio.

Mal. E sette dei miei servi obbedendo tosto andrebbero a lui. Aspettandolo io mi mostrerei austero, e passerei forse il tempo, caricando l’orologio, o ricreandomi con qualche gioiello, Tobia poi s’avanzerebbe, e allora quanti inchini non mi verria facendo?

Tob. Lascieremo vivere costui?

Fab. Sebbene sia difficile contenersi, sforziamoci di farlo.

Mal. Io gli stenderei la mano con contegno di protezione, correggendo il mio sorriso familiare con uno sguardo rigido e imperioso.....

Tob. Non andrò a dargli una gotata?

Mal. E gli direi: Cugino Tobia, poichè la fortuna ha gettata su di me vostra nipote, datemi il permesso di parlarvi.

Tob. Che, che?

Mal. Voi dovete emendarvi da quelle ubbriachezze.

Tob. Scabbia infernale!

Fab. Silenzio, o romperem le fila della nostra tela.

Mal. Oltre ciò, voi scipate i tesori del vostro tempo con un imbelle cavaliere.

And. Questo tocca a me, ve l’assicuro.

Mal. Un ser Andrea.....

And. Lo sapevo che ero io, perchè molti mi chiamano imbelle.

Mal. Ma che è questo? (vedendo la lettera)