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90 | IL RE ENRICO VI |
Gloc. Tutta l’Inghilterra conosce la tua insolenza, Suffolk.
Mar. Ed anche la tua ambizione, Glocester.
Enr. Taci, te ne prego, buona regina; e non incitare questi furiosi; perocchè benedetti son solo coloro che esercitano un ministerio di pace in terra.
Car. Ch’io sia benedetto dunque per la pace che fo con questo superbo Protettore, colla mia spada!
Gloc. È egli vero, santo zio, ne vorreste voi venire a ciò?
(a parte al cardinale)
Car. Sì, se tu l’osi. (sempre a parte)
Gloc. Non suscitare allora alcuna fazione; rispondimi solo del tuo oltraggio.
Car. E come, se non ardisci mostrarti? Se lo ardisci, vieni questa sera sul canto orientale del bosco.
Enr. Ebbene, miei lordi?
Car. (forte) Credetemi, cugino Glocester, se il vostro scadere non avesse così di subito richiamato il falco, saremmo ancora alla caccia. — (sommessamente) Vieni colla tua spada a due mani.
Gloc. Sì, zio.
Car. Lo prometti? Al canto orientale del bosco?
Gloc. Cardinale, son con voi.
Enr. Che dunque, zio Glocester?
Gloc. Parliam di falchi, e non d’altro, milord. — (a parte') Ora, per la madre di Dio, il mio prete, io vi tenderò il capo, o tutti i miei colpi andranno a vuoto.
Car. Medice, cura te ipsum; Protettore, badate a ben protegger voi stesso. (a parte)
Enr. I venti aumentano; e così le ire vostre, miei lòrdi. Come incresciosa è tal musica al mio cuore! Quando tali corde vibrano, quale speranza v’è d’armonia? Ve ne prego, signori, lasciate ch’io componga questa contesa.
(entra un abitante di Sant’Albano gridando miracolo)
Gloc. A che accenna questo romore? Amico, di che miracolo parli?
Ab. Miracolo! miracolo!
Suff. Vieni dal re, e digli qual è il tuo miracolo.
Ab. Sulla tomba di sant’Albano un cieco pur mo ha riacquistata la vista; un uomo che mai veduto non ci avea per lo innanzi.
Eur. Dio sia lodato! alle anime credenti codesta è luce che squarcia le tenebre, conforto che toglie ogni disperazione! (entra