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86 | IL RE ENRICO VI |
Enr. Sia dunque così; milord di Sommerset, noi facciamo Vostra Grazia reggente di Francia.
Somm. Ne sono riconoscente a Vostra Maestà.
Hor. Ed io accetto volentieri il duello.
Piet. Oimè! signore, io non posso combattere; per amor di Dio, commiseratemi! Io sono vittima dell’odio di quest’uomo. Oh! Dio, abbiate pietà di me! Io non so vibrare un colpo: oimè, oimè!
Gloc. Miserabile! eleggete tra il duello e la forca.
Enr. Impossessatevi di loro, e l’ultimo giorno del mese prossimo sia quello del combattimento. — Sommerset, venite, venite a ricevere i nostri ordini. (escono)
SCENA IV.
I giardini del duca di Glocester.
Entrano Margery, Jourdain, Hume, Southwell e Bolingbroke.
Hum. Venite, amici; la duchessa, vi dico, aspetta l’adempimento della vostra promessa.
Boling. Messer Hume, noi siam parati. Vuole Sua Signoria mirare e udire i nostri esorcismi?
Hum. Sì; che dunque? Non temete per lei.
Boling. Mi fu detto che è donna di invincibile coraggio; ma sarebbe bene che voi rimaneste vicino a lei, là su alla finestra, intanto che noi opereremo quaggiù: te ne prego adunque in nome di Dio, ritirati. (Esce Hume) Madre Jourdain, prostratevi, a profferite alla terra le terribili parole. — Voi, Giovanni Southwell, leggete; e intendiamo tutti alla grand’opera.
(la duchessa si mostra alla finestra)
Duch. Ben detto, amici, siate tutti i benvenuti. Non indugiate, quant’è più presto tanto è meglio.
Boling. Pazienza, buona signora, le streghe conoscono il loro tempo; la profonda notte, la oscura notte, il silenzio della notte; l’ora della notte in cui Troia fu ridotta in cenere; gl’istanti in cui gli uccelli di morte mandano i loro gridi più funebri, e i cani infernali i loro più spaventosi ululati; in cui gli spiriti errano, e i sepolti rompono le tombe, quel tempo è il più idoneo all’opera che ci proponiamo. Signora, sedete, e non temiate; lo spirito che evocheremo sapremo rinserrare in un circolo descritto da magica verga. (eseguiscono i cerimoniali della tregenda e descrivono il circolo; Bolingbroke legge: Conjuro te, ecc. Tuona e lampeggia orribilmente; lo Spirito sorge)