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ATTO PRIMO 86

Anzi tutto, è perchè non so piaggiare vilmente il tuo orgoglio: poi, perchè se la scelta cade su di me, Sommerset mi lascierà un’altra volta senza monizioni, senza pecunia e senza soccorsi, fino a che la Francia ricada sotto il giogo del Delfino: non ha molto, ei ben lo rammenterà, io mi vidi ridotto a languire nell’aspettazione di sua volontà, mentre Parigi era bloccato, affamato, perduto.

War. Warwick ne fu testimonio, nè mai traditore commise opera più nefanda.

Suff. Forsennato giovine, infrena la lingua.

War. Usurpatore di grandezze non tue, perchè dovrei io tacere?

Suff. Perchè qui vi è un uomo accusato di tradimento: e prego Iddio che il duca di York possa scolparsi! (entrano i domestici di Suffolk conducenti Horner e Pietro)

York. V’ha qualcuno che dia nota a York di tradigione?

Enr. Che è ciò, Suffolk? Chi sono costoro?

Suff. Piaccia a Vostra Maestà di udirmi. Quest’uomo accusa il signor suo di alto tradimento: lo accusa di aver detto che Riccardo duca di York era legittimo erede della corona inglese, e che Vostra Maestà non ne è che l’usurpatore.

Enr. È vero che hai detto ciò?

Hor. Così piaccia a Vostra Maestà, non mai mi venne tal pensiero, nè mai lo esposi: Dio mi è testimonio ch’io sono falsamente accusato.

Piet. Per queste dieci dita. Io giuro, miei lórdi, ei tenne questo discorso all’officina, una sera in cui ci adopravamo a forbire l’armatura del duca di York.

York. Miserabile, vile artiere, la tua testa mi risponderà di tal favella sediziosa. Scongiuro Vostra Maestà perchè costui subisca tutto il rigore della legge.

Enr. Oimè! signore, fatemi uccidere, se mai profferii tali parole, il mio accusatore fu mio apprendista; e quando lo corressi l’altro dì per un suo fallo, ei fece voto inginocchiato di vendicarsi di me, ho un buon testimonio di ciò; quindi io supplico Vostra Maestà di non far morire un onest’uomo per l’accusa di un malandrino.

Enr. Zio, che dice intorno a ciò la legge?

Gloc. Applicatela così, mio sovrano. Sommerset divenga reggente di Francia, poichè le predette parole mettono York in qualche suspizione; a costoro poi stabilite un giorno di combattimento, giacchè egli ha un testimonio della malizia del suo servitore. Questa è la legge, e questa è la sentenza del duca Umfredo.