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76 | IL RE ENRICO VI |
ottenute colle mie ferite, verranno rendute sì facilmente e con pace tanto ignominiosa? Oh Dio!
York. Oh il duca di Suffolk! Foss’egli incenerito, egli che offusca l’onore di quest’isola bellicosa! La Francia mi avrebbe strappato il cuore, prima che consentito avessi a sottoscrivere sì infame trattato. La storia dell’età trascorsa ci mostra tutti i nostri re arricchiti dalle loro spose di vasti dominii e di alti diritti; ma il nostro Enrico, mosso da diversi pensieri, smembra gli Stati suoi per ottenere una fanciulla straniera e nuda, che con sè non reca alcun bene.
Gloc. Non è una derisione, una cosa non mai udita, che Suffolk ardisca reclamare sussidii per risarcirsi delle spese che dice aver fatte per trasportarla in Inghilterra? Ella sarebbe potuta restare in Francia, a mendicarvi nella miseria e nella fame prima che io.....
Car. Milord di Glocester, voi ora andate troppo oltre; questo fu il piacere del re, mio signore.
Gloc. Milord di Winchester, io conosco la vostra anima; non è il mio discorso, ma la mia presenza che vi turba. L’odio vostro mal si cova. Superbo prelato, leggo il furore sul vostro volto, e se più a lungo rimanessi, ricomincieremmo i nostri antichi litigi. Addio, signori; direte, quand’io non sarò più, che ben presagita aveva la perdita della Francia. (esce)
Car. Così ci lascia il Protettore in un impeto di rabbia! Abbastanza vi è noto che egli è mio nemico; che vostro nemico è, e forse del re ancora. Pensate, signori, ch’egli è il più affine per sangue ad Enrico, ed erede quindi, ove Enrico non abbia prole, del trono d’Inghilterra. Quand’anche perciò il nostro re avesse guadagnato un impero col suo matrimonio, e aggiunto avesse alla sua corona tutte le ricche monarchie d’Occidente, Glocester avrebbe avuto anche allora occulte ragioni per essere crucciata. Miei lórdi, vegliate sopra di lui; badate che le sue parole insidiose non seducano i vostri cuori: usate mansuetudine e siate circospetti, perchè i suoi artificii han già sorpreso i favori del popolo. Voi l’udite chiamare per le nostre strade: Umfredo, il buon duca di Glocester! Parole a cui la moltitudine batte le mani, e aggiunge: Gesù mantenga sua Reale Eccellenza! Dio preservi il buon duca Umfredo! Or temo bene, miei lórdi, che fra poco, gittando la maschera che gli frutta tante adulazioni, ei non si mostri un protettore pericoloso.
Buck. E perchè infatti sarebbe egli il protettore del nostro sovrano, allorchè Enrico è in età da reggersi da sè? Cugino di Som-