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ATTO QUINTO 69

fatto voto di combattere, abbandona la lizza a cagione dell’impotenza del suo avversario. La figlia di un conte senza fortuna è un partito ineguale, che abbandonar si può senza offesa e senza ignominia.

Gloc. E che è di più, ve ne prego, Margherita? Anche suo padre è soltanto conte, in onta di tutti i titoli fastosi di cui si fregia.

Suff. Suo padre, milord, è un re; re di Napoli e di Gerusalemme; ed ha tanta autorità in Francia, che l’alleanza sua assicurerà la pace e terrà i Francesi soggetti.

Gloc. Il conte di Armagnac potrebbe pur farlo. Non è egli stretto parente di Carlo?

Ex. E la sua opulenza assicura di più una ricca dote, che Renato potrebbe più presto ricevere che dare.

Suff. Una dote? miei lórdi! Non avvilite il nostro sovrano al segno da essere sì abbietto, onde determinare la sua scelta per le ricchezze, e non per le virtù e l’amore! Enrico può arricchire una regina, anzichè cercare una regina che lo faccia ricco. Il vil popolo solo traffica sulle spose, come sugli animali da mercato. Il matrimonio è un patto d’ordine troppo elevato, troppo augusto, per essere considerato come cosa volgare, da attuarsi colla scelta di un mandatario. Non è la donna che i nostri interessi potrebbero farci preferire, ma quella che piace a Sua Maestà che divider deve il suo letto nuziale. Perciò, miei lórdi, poichè il nostro re ama Margherita, la sua scelta è un argomento che non possiamo che approvare. Un matrimonio forzato è un inferno, un soggetto di discordia perenne. Un’unione libera e volontaria rende felice e fa provare in terra le delizie del Cielo. Chi altri uniremo ad Enrico che è re, fuorchè Margherita, che figlia è pure di un sovrano? Le sue incomparabili attrattive, insieme colla sua nascita, dicono che essa non è fatta che per divenire sposa di un monarca. Il suo coraggio, la sua anima intrepida, tanto al disopra di quelle del suo sesso, ci promettono tuttociò che le nostre speranze aspettano dalla schiatta di un sovrano. Enrico, figlio di un conquistatore, non mancherà d’ingenerare altri conquistatori, se l’amore lo accoppia ad una donna di tempra così ferma, così elevata, come è quella della bella Margherita. Arrendetevi a queste ragioni, miei lórdi, e consentite con me, che la figlia di Renato può sola divenir regina di Enrico e d’Inghilterra.

Enr. Se sia l’impressione potente che m’ha fatto il vostro racconto, mio nobile lord di Suffolk, o il mio giovine cuore che mai